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CASTELVETRO: LA STORIA

Gianni, una vita con le due ruote

Istituzione del paese, il 21 luglio festeggerà ben 65 anni di attività. E non è finita qui

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

17 Luglio 2025 - 05:20

Gianni, una vita con le due ruote

CASTELVETRO PIACENTINO - Nei mesi scorsi, nell’ambito di un bel progetto sulla manualità e sull’importanza del ritorno all’artigianato, ha insegnato i segreti del mestiere agli alunni della scuola media locale. Molti di loro però già lo conoscevano perché per grandi e piccini Gianni Villa è un’istituzione e basta stare anche solo dieci minuti nel suo negozio per capirlo: «Gianni secondo te questa ruota è gonfia?», si affaccia una signora; «Gianni non si possono allentare un po’ i pedali?», chiede un altro. E c’è anche chi si ferma per chiedere indicazioni stradali. Perché in via Roma, a pochi metri dal semaforo della provinciale 588, c’è una bottega d’altri tempi. Dove a sistemare biciclette e motorini è un artigiano vecchio stampo, che il prossimo 21 luglio festeggerà ben 65 anni di attività.

Gianni Villa con Felice Gimondi


L'INIZIO CON PAPÀ FRANCO

E così, alla vigilia del ‘compleanno’ record, Villa si racconta. Partendo da un po’ più lontano: da papà Franco, ora ricordato a Castelvetro proprio con una gara ciclistica, che ha iniziato a fare il meccanico delle bici 85 anni fa.

«Il primo giorno in bottega con mio padre è stato lunedì 21 luglio 1960, avevo da poco compiuto 13 anni – spiega –. La mia passione non era lo studio, ma avere tra le mani pinza, martello e chiave. All’epoca si lavorava anche la domenica fino a mezzogiorno, per accontentare i clienti dei motorini, che li portavano al sabato per sostituzioni o riparazioni. Molti erano lavoratori che ne avevano bisogno subito al lunedì, per andare a lavorare alla centrale nucleare di Caorso e alla Rdb di Monticelli. Nel 1971 ho frequentato la scuola ciclomotori-motocicli alla Piaggio, a Pontedera».

Quando è morto il padre, Gianni ha deciso di portare avanti l’attività specializzandosi anche nella riparazione di biciclette e spostandosi negli anni in un’altra bottega, sempre a Castelvetro, fino ad arrivare a quella definitiva e attuale. Oggi è l’artigiano castelvetrese in attività che vanta la più lunga carriera: «O almeno così dicono e così pare», si schermisce.

PROTOTIPI E INCONTRI

Villa ha progettato e costruito decine di originali prototipi, ma anche biciclette dedicate alle squadre di calcio di Serie A o ad eventi eccezionali. Fra le creazioni che più gli stanno a cuore, però, c’è la speciale bicicletta realizzata anni fa per fare pedalare un ragazzino affetto da poliomielite: «Sembrava un’impresa impossibile e invece… che emozione quando l’ho visto pedalare». Ora ha disegnato una due ruote originale che vorrebbe dedicare proprio ai 65 anni di attività (e ne mostra orgoglioso lo schizzo) anche se a causa dei tanti impegni professionali e familiari ha dovuto per il momento rimandare la concretizzazione.

Appeso alla sinistra dell’ingresso del suo magazzino, però, c’è un altro prototipo che sta ultimando: «Ti faccio vedere – spiega con l’immancabile sorriso – è una bicicletta che va avanti anche se si pedala all’indietro». Dietro ad essa campeggiano ritagli di giornale e attestati dei numerosi riconoscimenti ottenuti: tanto per citarne alcuni, il titolo di bottega storica dell’Emilia-Romagna, l’Aquila col diamante dell’artigianato, il premio Maestro del commercio. E poi ci sono le fotografie degli sportivi passati attraverso quella porta. Dalla campionessa olimpica Paola Pezzo al castelvetrese Jacopo Guarnieri («è praticamente cresciuto qua dentro», dice Gianni) fino all’incontro che conserva nel cuore: quello con l’indimenticato Felice Gimondi, che anche nel 2006 ha fatto tappa proprio a Castelvetro nel suo negozio. «Negli anni è venuto a trovarmi tre volte – spiega – e abbiamo sempre fatto una foto insieme in mezzo al casino della bottega».

IL CICLISMO OGGI

Inevitabile chiedergli se segue tutt’ora il ciclismo e per chi tifa. Ma la risposta è di quelle che non ci si aspetta: «Io seguo il Moto gp, ma il ciclismo non più. E pensare che ho anche corso in bici per sette anni, prima a Cremona e poi a Piacenza. La verità è che oggi non ci sono più i campioni di ciclismo di una volta, quelli là – indica mostrando le immagini di Coppi e Bartali appese alla parete – non possono essere imitati. Oggi ci sono sì grandi campioni, ma non leggende. E poi ci sono troppe regole nuove e dettagli poco sportivi, come quelli su calze e magliette. La verità è che io sono all’antica, ho ancora la passione per le biciclette ma non per le gare».

Villa spiega che negli ultimi anni l’attenzione per il cicloturismo e il mondo delle due ruote è però cresciuta: «Direi del 30-40%, soprattutto fra le donne. E questo significa che il lavoro certo non manca, anche perché sono rimasto uno dei pochi artigiani del settore. Ad avere la precedenza sulle riparazioni sono sempre i bambini – assicura –, ma c’è una cosa che vale per tutti: chi entra qua prima che cliente diventa amico».

L'IMPEGNO PER IL PAESE

L’amore di Villa per i bambini è ben testimoniato da un’attività che nel mese di giugno richiama sempre tante famiglie al parco Biazzi: la gimkana. È anche un modo divertente per insegnare ai piccoli le regole del Codice della strada e come andare in bici in modo sicuro. Il 78enne collabora spesso anche nell’organizzazione di altre biciclettate, garantendo assistenza tecnica durante il percorso, e nei mesi scorsi ha appunto accettato di tenere lezioni speciali a scuola. L’impegno per gli altri è una caratteristica di famiglia, perché anche il fratello Gabriele è instancabile cuoco e volontario della Pro loco, nonché collaboratore di molte altre realtà del paese a partire dal Comune.

È passato pure lui (rigorosamente in bici) ieri davanti alla bottega, mentre Gianni raccontava. «Se oggi sono ancora in attività, e spero proprio di continuare ancora – ha concluso Villa prima di tornare a tenere in mano pinza, martello e chiave proprio come sognava da bambino –, devo ringraziare tutta la mia famiglia che mi ha sempre supportato e incoraggiato comprendendo la mia passione per questo lavoro». E d’altra parte, per convincersi, basta vedere i suoi occhi che brillano come quelli di un ragazzino mentre parla di prototipi e pezzi di ricambio.

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