L'ANALISI
15 Luglio 2025 - 17:59
VIADANA - «Ciao Pédar, sei stato un grande viadanese e rimarrai sempre nei nostri cuori»: con queste parole questa mattina nella chiesa di San Pietro, al termine della funzione, il sindaco Nicola Cavatorta ha dato l’ultimo saluto a Pietro Borettini, in arte Pédar, cantastorie, musicista, poeta, pittore e scultore scomparso all’età di 97 anni.
Il poliedrico artista, un vero gigante della cultura popolare padana, è stato ricordato anche dagli amici del Club San Pietro e con un omaggio a tempo di musica: la canzone in dialetto ‘Al barbon’ (‘Il barbone’), da lui scritta e scelta personalmente come commiato, interpretata dal coro della chiesa.
Del resto la musica ha sempre rappresentato un punto fermo nella vita di Pédar, tanto che i familiari hanno voluto mettere nel taschino della sua giacca un plettro, insieme con un pennello, nell’affettuosa speranza che anche lassù lui possa continuare a suonare la chitarra, a cantare e a dipingere. La musica ha anche accompagnato il funerale, con i brani eseguiti dalla banda di Noceto (presenti anche alcuni componenti di quella di Viadana), che ha aperto il corteo funebre partito dalla Casa funeraria Roffia in direzione della chiesa.
Dietro al feretro, la figlia Alessandra, con il marito Daniele, e i nipoti Davide e Gaia e gli altri familiari, seguiti da tanti amici e conoscenti che hanno riempito tutti i posti a sedere in chiesa, con molte persone anche in piedi. La funzione è stata celebrata dal parroco don Marco d’Agostino, affiancato dall’ex parroco di Viadana don Antonio Censori e da don Luigi Pisani. Oltre al sindaco Cavatorta, in rappresentanza di tutta l’amministrazione comunale, nelle prime file anche Gabriele Giacomoli, vice sindaco di Pomponesco (paese di cui Pédar era cittadino onorario) e il primo cittadino di Bozzolo Giuseppe Torchio.
Nel corso dell’omelia, don Marco ha ricordato il giorno in cui ha conosciuto Borettini alla casa di riposo: «Me lo hanno presentato come ‘il grande Pédar’, ma lui con molta semplicità ha subito detto: ‘No, sono solo Pédar da Viadana’. Lui ci ha insegnato a vedere il bene e non il male, raccontando le cose vere viste con il cuore. Se oggi siamo qui in tanti, è perché Pédar aveva la capacità artistica di farci accorgere anche di ciò che normalmente non notiamo, non vediamo. È passato sulla Terra come un uomo delicato, che ha detto tante cose divertenti senza offendere nessuno, senza fare del male, raccontando la vita vera e amando ciò che aveva intorno. Ricorderò sempre il suo sorriso profondo, un sorriso dell’anima». Al cimitero locale, gli ultimi brani suonati della banda hanno accompagnato Pédar nel suo ultimo viaggio.
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