L'ANALISI
12 Luglio 2025 - 13:21
A sinistra don Pietro Samarini
CREMONA - Una chiesa gremita per l’ultimo saluto a don Pietro Samarini, le cui esequie si sono svolte questa mattina presso la parrocchiale di Borgo Loreto.
Fedeli, sacerdoti, autorità, giovani e scout di ogni età sono accorsi numerosi per ricordare con sincera commozione don Pietro, vicario zonale della Zona Pastorale 3 e moderatore dell’Unità Pastorale “Madre di Speranza”, che riunisce le parrocchie di San Bernardo, Borgo Loreto, Zaist e Maristella.
Don Pietro, originario di Genivolta, è deceduto mercoledì scorso all’età di 68 anni, a causa di un malore che lo ha improvvisamente colpito durante un’escursione sulle Alpi Orobie.
A celebrarne la memoria è stato il vescovo della diocesi di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, la cui toccante riflessione si è soffermata in particolare sul senso cristiano della vita e sulla profonda testimonianza di fede di don Pietro.
«Neppure un passero cadrà a terra senza la volontà di Dio» – ha ricordato il vescovo, citando un passo del Vangelo secondo Matteo –. «Potremmo dunque chiederci, di fronte alla morte di don Pietro: è volontà di Dio porre fine alla vita? Qual è il modo giusto per morire? In realtà, ciò che il Signore vuole comunicarci è che non conta il numero dei nostri giorni terreni, ma la qualità dell’amore e dei rapporti di cui li ricolmiamo».
«Essere un prete riuscito – ha aggiunto monsignor Napolioni – dipende dai frutti che facciamo germogliare negli altri. L’eredità di don Pietro, che continuerà a vivere in molti fedeli di ogni età, è quella dell’entusiasmo e dello stupore per il bene e per la bellezza. Proprio in quello stupore – che brilla negli occhi delle persone semplici – possiamo incontrare Dio».
Presenti, accanto a monsignor Napolioni, il vescovo emerito Dante Lafranconi, il vicario generale don Massimo Calvi, il segretario vescovile don Matteo Bottesini, i sacerdoti della parrocchia e numerosi confratelli, tra cui quelli ordinati insieme a don Pietro Samarini. Alla funzione hanno preso parte anche diversi sindaci del territorio, tra cui il sindaco di Cremona, Andrea Virgilio.
Assente – ma presente con il cuore e con l’impegno attivo – don Giuseppe Valerio, legato a don Pietro da una fraterna amicizia. Proprio con lui, poco prima del malore fatale, don Samarini si era scambiato gli ultimi messaggi d’affetto e di stima, incitandolo a proseguire il suo impegno accanto ai giovani della comunità.
«Non ci stupisca, oggi, l’assenza di don Giuseppe» – ha detto monsignor Napolioni –. «Questa mattina mi ha comunicato il suo atto d’amore più grande: scegliere di rimanere al campo con i ragazzi, proprio come don Pietro, sua guida spirituale, avrebbe desiderato. Ecco il senso profondo dell’esempio di don Pietro: egli ha saputo essere un prete per la gente e un prete per i preti».
Al termine della celebrazione, il feretro di don Pietro Samarini è stato trasferito a Genivolta, suo paese natale. Qui don Pietro riposerà nel cimitero locale, circondato dall’affetto e dal ricordo imperituro di quanti hanno avuto la fortuna di incontrarlo nel suo straordinario cammino.
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