L'ANALISI
05 Luglio 2025 - 05:15
Le palazzine di alloggi popolari di piazzale Di Rauso
CREMA - Ottantaquattro anni, cardiopatica, con gravi difficoltà motorie (si muove col deambulatore), costretta in casa perché abita in una palazzina al terzo piano delle case popolari di piazza Di Rauso, a Santa Maria, priva di ascensore. Vive lì dal 1977, con il figlio disabile. Da nove anni chiede all’Aler che le venga assegnato un alloggio al pian terreno, ma senza successo. Perché dopo nove anni è ancora terza in graduatoria, come ha fatto sapere il Comune. A raccontare la vicenda è la figlia dell’anziana donna, Roberta Cisarri: «Mia mamma in questo momento si trova ricoverata all’ospedale Maggiore, dopo aver avuto un problema cardiaco. Nel 2016, quando c’era ancora mio padre, cardiopatico pure lui e malato di Alzheimer, avevamo fatto richiesta all’Aler di un cambio di alloggio. Da allora stiamo ancora aspettando. Nel frattempo, mio padre è deceduto e mia madre è peggiorata».
In nove anni, le risposte degli enti preposti sono state sempre vaghe, secondo quanto afferma la figlia della donna: «I primi anni, dall’Aler mi rispondevano che non erano disponibili appartamenti al pianterreno o al piano rialzato. L’ultima volta che ho telefonato, mi è stato invece risposto che loro non possono farci niente, perché tocca al Comune. Nel mese di aprile ho avuto un colloquio con l’assessore al Welfare Anastasie Musumary, per esporle la situazione di mia madre, ma finora non ci sono state soluzioni».
Quella del cambio di alloggio non è l’unica richiesta rimasta inevasa. «Due volte la settimana, c’è un’infermiera che viene a lavare mia mamma. Siccome non riesce ad alzare la gamba per entrare nella vasca da bagno, ho chiesto se si potesse avere una doccia. Mi hanno detto che non è possibile».
Interpellata sul tema, l’assessore Musumary ha chiesto un aggiornamento sulla graduatoria per il cambio alloggi. «Ci sono due liste d’attesa distinte, una dell’Aler e una del Comune. La signora è nella prima e si colloca al terzo posto con 56 punti; davanti ci sono due persone con 75 e 70 punti, casi ben più gravi. Ciò significa che una soluzione non è immediata. Magari qualcosa cambierà con il prossimo bando, previsto in autunno. La situazione dei cambi alloggio è difficile, perché occorre trovare qualcuno disposto a scambiare il proprio appartamento con un altro. Benché ci siano due graduatorie, comunque, non c’è rigidità: Comune e Aler possono dialogare. Comunque, come avevo detto alla figlia, deve riprendere la presa in carico da parte dei Servizi sociali, così la situazione della mamma sarà monitorata».
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