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IN TRIBUNALE

Assolto dai maltrattamenti, un anno per lesioni alla ex

Da luglio 2024 ai domiciliari, l’uomo è libero. Il pm aveva chiesto 5 anni

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

01 Luglio 2025 - 20:10

Maltrattamenti in casa, madre e figlio 'salvati' e protetti

CREMONA - Accusato di aver maltrattato l’ex compagna, l’uomo, 42 anni, è stato assolto, ma è stato condannato a 1 anno per lesioni: una bottiglia in plastica di una bibita lanciata sulla fronte della ex, durante una lite. Dal 5 luglio del 2024 agli arresti domiciliari, l’imputato, difeso dagli avvocati Cristina Pugnoli e Marco Bencivenga, tornerà libero sabato prossimo, 5 luglio. Il pm aveva chiesto al Tribunale di condannarlo a 5 anni per entrambi i reati. L’ex compagna si era costituita parte civile con l’avvocato Mimma Aiello.


La sentenza è di oggi pomeriggio. Secondo l’accusa, dal 2021, anno in cui la coppia decise di comprare casa, l’imputato, a volte sotto l’effetto di stupefacenti, avrebbe sottoposto la compagna a violenze fisiche e psicologiche, anche alla presenza del loro bimbo. Per la Procura, l’uomo non accettava la fine della relazione e in preda a scatti d’ira, aveva distrutto e messo a soqquadro le camere dell’appartamento, controllava la compagna nei suoi spostamenti, chiamandola ripetutamente e inviandole messaggi, in cui le chiedeva dove e con chi fosse, minacciandola di morte, sottraendole le chiavi dell’auto per impedirle di andare al lavoro.

L'avvocato Cristina Pugnoli

Per l’accusa, l’aveva anche picchiata, strattonata, colpita con calci e pugni su tutto il corpo. Il 13 febbraio del 2023, in uno scatto d’ira, le aveva lanciato addosso, colpendola sul viso, un bottiglia di plastica. Nel corso del tempo l’aveva anche offesa e umiliata come donna e come madre: «Sei una fonte di problemi, tanto se esci da qui dove credi di andare, muori schifezza, muori anche male».


La scorsa udienza, il 42enne aveva ammesso i litigi, «perché lei faceva uso di alcol. Beveva tutti i giorni, non era mai in casa, spariva per godersi il suo sballo, e quando c’era, beveva anche alla presenza dei ragazzi, l’ho anche trovata svenuta in camera. Stavo male a vederla così e ciò che ho fatto è stato solo per il suo bene». Ma «era lei ad urlare, a spingermi, colpendomi anche alle spalle, a prendermi per il collo. Io con lei e con i nostri figli volevo solo costruirmi una famiglia». È uscito «a fatica» dalla tossicodipendenza ed è tornato a lavorare nell’azienda di famiglia. «Volevo solo riuscire a riformare la mia famiglia. E invece non è andata così».

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