L'ANALISI
01 Luglio 2025 - 19:09
Gli agenti del Commissariato Alessandro e Giovanni. A fianco, il dirigente Alessio Rocca
CREMA - Il silenzio della notte spezzato da una chiamata disperata. Poche parole, un sussurro tra le lacrime e poi il vuoto: «Voglio farla finita». Nessun nome, nessuna spiegazione. Solo la corsa contro il tempo. Alessandro e Giovanni, agenti del Commissariato di Polizia di Crema, hanno risposto alla chiamata con la prontezza di chi sa che ogni secondo può fare la differenza. Sapevano dove cercare: il ponte di via Crispi, sospeso a diversi metri sul canale Cresmiero. E lì, immersa nell’oscurità, l’hanno trovata. Seduta sulla balaustra centrale, le gambe penzoloni nel vuoto e uno sguardo perso nell’abisso.
Alessandro e Giovanni non si sono fatti travolgere dal panico. Hanno scelto il coraggio della pazienza. Nessun gesto avventato, solo voce, ascolto, presenza. Mentre il 118 veniva allertato, i due agenti sono rimasti lì, immobili ma vicini. Le parole hanno cominciato a scalfire il silenzio. Passo dopo passo, i poliziotti si sono avvicinati, senza forzare nulla. Poi, l’istante decisivo. Un gesto rapido, preciso, disperato: l’hanno afferrata per il bacino, mentre lei urlava, si divincolava, colpiva. Ma non sono arretrati. Dopo un minuto che è sembrato eterno, sono riusciti a trascinarla giù dalla balaustra, portandola in salvo.
Al loro rientro in Commissariato, Alessandro e Giovanni erano ancora sotto l’effetto dell’adrenalina. L’abbraccio dei colleghi, le parole di stima del dirigente Alessio Rocca, il sollievo che si fa silenzio dopo il frastuono. Perché questa è la Polizia: non solo prevenzione o repressione, ma anche umanità, presenza, soccorso.
Già qualche mese fa, il sindaco Fabio Bergamaschi aveva voluto premiare due agenti per aver salvato un uomo dalle acque gelide del Vacchelli. Chissà che ora non sia il turno di Alessandro e Giovanni. Perché se è vero che non esistono miracoli, esistono però gesti che valgono una vita.
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