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AMBIENTE: I FRONTI APERTI

Piaga ibis e cormorani, fauna ittica decimata

L'allarme lo lancia Giuseppe Mazzoleni (Fipsas): «Sollecitiamo un intervento legislativo per contenere queste specie»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

02 Luglio 2025 - 05:05

Piaga ibis e cormorani, fauna ittica decimata

Un ibis sacro e a destra un cormorano con un pesce nel becco

CREMA - L’allarme lo lancia Giuseppe Mazzoleni, presidente provinciale Fipsas. Le specie ittiche autoctone dei fiumi e delle rogge cremasche, vengono sterminate dai volatili ittiofagi: cormorani, ma anche aironi e garzette, per non parlare del flagello degli ibis. Alcuni di questi uccelli non sono certo tipici della Pianura Padana, i cormorani e gli ibis egiziani innanzitutto.

«La loro presenza, cresciuta a dismisura negli ultimi anni, sta mettendo a dura prova la fauna ittica – sottolinea Mazzoleni – soprattutto in questa stagione, quando il livello del Serio cala per i periodi prolungati senza piogge, questi volatili banchettano con i pesci che si raggruppano nelle pozze e nelle zone dove l’acqua rimane più alta. Per parte nostra non possiamo che sollecitare in intervento legislativo a livello regionale che punti al contenimento di queste specie di uccelli altamente invasivi, che mettono un’enorme pressione sull’ecosistema. Non dimentichiamo che alcune non sono specie autoctone».

Giuseppe Mazzoleni

I cormorani pescano soprattutto nel Serio e nell’Adda, beneficiando degli spazi aperti e delle pozze di acqua alta di cui necessitano. Ibis, aironi e garzette sfruttano le loro abilità nella cattura lungo le rogge. Di recente le guardie volontarie della federazione hanno effettuato alcuni monitoraggi proprio lungo il Serio risalito da Montodine sino alla città, nel tratto in cui è possibile utilizzare un natante leggero senza il rischio di rimanere incagliati.

«Le condizioni generali del fiume sono buone, l’acqua risulta pulita e gli scarichi abusivi sono diminuiti. Abbiamo registrato una confortante presenza di specie autoctone, dai classici barbi e cavedani, sino ai ‘boss’ e alle arborelle, specialmente in quei punti dove dove ci sono rogge che si immettono nel fiume. Anche diversi lucci, alcuni di buone dimensioni. Erano anni che non se ne vedevano». In prossimità degli immissari, l’acqua è solitamente più opaca a causa dei detriti che si formano.

Sono queste le zone dove gli uccelli faticano a catturare il pesce e dove dunque si trova una maggior quantità di fauna ittica. «I pesci si concentrano anche in altri punti, ad esempio in prossimità delle pozze, dove l’acqua è più profonda – conclude Mazzoleni —: queste però sono le zone di caccia preferite dai cormorani, che hanno la possibilità di tuffarsi sfruttando lo spazio e appunto la profondità sufficiente». Mazzoleni già l’estate scorsa aveva messo in guardia sull’invasione di questi volatili.

«Per quanto riguarda il nostro territorio, i punti più critici sono proprio lungo il Serio, in particolare la palata del Menasciutto dove c’è il ponte della Melotta, e a Casale Cremasco, sopra la palata Babbiona – conclude il presidente provinciale della federazione di pesca sportiva –: abbiamo verificato la voracità dei cormorani quando abbiamo effettuato dei ripopolamenti in entrambe le zone». I volontari avevano liberato quintali di pesce che erano stati recuperati nelle asciutte tardo primaverili delle rogge. In pochi giorni la fauna ittica introdotta è stata decimata.

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