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CARAVAGGIO. IL CASO

Lo spettro della logistica

Si riaccende l’ipotesi del maxi capannone davanti al santuario mariano. I proprietari dei terreni contestano il nuovo Pgt e ricorrono al Tar contro il Comune

La Provincia Redazione

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30 Giugno 2025 - 18:31

Lo spettro della logistica

CARAVAGGIO - Torna l'incubo logistica sul santuario di Santa Maria del Fonte. Con l'avvento della nuova giunta misanese, guidata dal sindaco Ivan Tassi, eletto l'anno scorso, sembrava finita la vicenda del maxi capannone che avrebbe potuto sorgere a 500 metri dal santuario mariano contro il quale si erano schierate compatte le tre Diocesi di Cremona, Crema e Bergamo, con al fianco 8mila firmatari della petizione.

I proprietari delle aree, che ricadono nel territorio di Misano Gera d'Adda, sono ricorsi al Tar di Brescia contro il Comune. Contestano il documento urbanistico in cui la nuova giunta ha previsto un ritorno a semplice terreno agricolo della zona produttiva di 162 mila metri quadri a nord della provinciale Rivoltana, appunto distante solo poche centinaia di metri dal luogo di culto.

Le origini di questa vicenda risalgono ormai a 14 anni fa quando l'allora giunta Pirovano destinò l'area ad insediamenti produttivi. Più di recente Legambiente aveva aperto una battaglia giudiziaria contro questo progetto, vincendo al Tar di Brescia nel 2018, salvo poi la sconfitta al Consiglio di Stato tre anni dopo. Da lì era ripartita la vertenza che aveva poi dato luogo alla vasta mobilitazione contro la logistica.

I proprietari dei terreni avevano chiesto al Comune di avviare la progettazione della zona produttiva. La Diocesi di Cremona, a cui appartengono 30 mila metri quadrati nell'area in questione, si era subito chiamata fuori, per poi chiedere di fermare tutto, così come avevano fatto i responsabili del santuario. Tra i pronunciamenti più significativi anche quello della Conferenza episcopale lombarda che aveva sostenuto la presa di posizione delle diocesi cremonese, cremasca e bergamasca.

Una mobilitazione a difesa di uno dei luoghi di culto più popolari e frequentati del territorio lombardo e non solo, meta ogni anno di circa mezzo milione di pellegrini. L'amministrazione Pirovano aveva però proseguito nell'iter e, stralciato dal progetto il terreno della Diocesi, a fine gennaio 2024 aveva adottato il piano attuativo. A quel punto, mentre montava la protesta, era arrivate le elezioni giugno 2024 e con il cambio della guardia in Comune, si era fermato tutto.

Il neo sindaco, infatti, ha inserito il blocco del polo logistico tra i punti fondanti del suo programma. In quel contesto, il 26 maggio, in occasione della celebrazione dell'apparizione miracolosa al santuario di Caravaggio, il vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, davanti a migliaia di fedeli aveva lanciato l'ennesimo appello per la tutela del tempio e dell'area circostante.

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