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Il vescovo dopo 10 anni nella sua vecchia parrocchia: «Come tornare a casa»

Messa alla Santissima Trinità, ultima parrocchia prima della nomina: monsignor Franco Manenti commosso

Giovanni Ricci

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29 Giugno 2025 - 19:10

Il vescovo dopo 10 anni nella sua vecchia parrocchia: «Come tornare a casa»

Don Remo Tedoldi accoglie alla Trinità monsignor Franco Manenti

CREMA - Tornare dopo dieci anni nella sua vecchia parrocchia e non riuscire a trattenere la commozione. Tanto da essere visibilmente emozionato e per un minuto dover interrompere la funzione sull’altare, durante la benedizione finale. È accaduto stamattina, durante la messa celebrata alla Santissima Trinità, in occasione del 50° anniversario di ordinazione di monsignor Franco Manenti, attualmente vescovo di Senigallia. Campane a festa oggi per il prelato, per quattro anni parroco a Porta Ombriano, prima d’essere nominato vescovo il 17 ottobre del 2015 e consacrato un mese più tardi.

Per monsignor Manenti un «ritorno a casa, tra la mia gente, con la quale ho compiuto il percorso della mia vita», per usare le stesse parole del vescovo di Senigallia. Oggi alle 11.15, ha celebrato la messa a Crema per la seconda volta da quando indossa lo zucchetto vescovile (l’ultima nel 2016). La prima volta da quando don Remo Tedoldi è stato nominato pastore della Trinità. Lo stesso don Remo, in apertura della celebrazione, gli ha rivolto un affettuoso saluto, ricordandogli la sua prima funzione celebrata il 29 giugno del 1975 a Segnano, 24 ore dopo essere diventato sacerdote.


L’ex parroco ha aperto l’omelia parlando della sua vocazione: «Se penso a questi 50 anni di sacerdozio, mi ritrovo per certi aspetti nella vicenda dei Santi Pietro e Paolo che si festeggiano oggi. Non so dirvi perché il Signore abbia pensato a me come prete. Se penso poi che la prima sera in seminario, durante la recita del rosario, mi sono detto: ‘Io qui non ci sto’... Ma mia nonna paterna, mi hanno raccontato, quando mi prendeva in braccio parlando del mio futuro in dialetto cremasco dicendo ‘che bel priustu’. In questi 50 anni mi sono trovato spesso a svolgere compiti inattesi e almeno all’inizio non tutti accolti con serenità».

«Il Signore mi è stato vicino in tanti modi - continua - e in particolare con le persone che hanno accompagnato il cammino della mia vita e della mia consacrazione, a partire dai miei genitori e mi sia permesso ricordare tra i formatori del nostro seminario, il patriarca Marco Cè, di cui porto con affetto e gratitudine la croce pettorale, che mi richiama a essere un pastore secondo il cuore di Gesù, come è stato lui. In questi dieci anni il Signore mi sta accompagnando nel ministero di vescovo di Senigallia, una diocesi bella, per le tante risorse spirituali e pastorali». Prima dell’applauso finale delle 12.15, si è visibilmente commosso, vuoi per l’affetto ricevuto da persone che non lo hanno dimenticato, ma anche quando ha parlato don Ennio Raimondi, 93 anni, «che non versa in buone condizioni di salute».

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