L'ANALISI
27 Giugno 2025 - 05:15
CASTELVERDE - Un milione di euro in più in cassa: a giudicare dai risultati ottenuti da quando fa il presidente della fondazione ‘Redentore’, don Claudio Rasoli avrebbe tutto il diritto di essere orgoglioso. I numeri del bilancio che ha ereditato quando nel 2021 ha preso in mano il timone della casa di riposo non raccontavano certo una situazione brillante, soprattutto a causa del Covid, che oltre a portare morte e sofferenza ha impattato pesantemente anche sulle casse delle case di riposo. Lui e il suo staff, però, «con l’aiuto della Provvidenza», hanno lavorato con la classica diligenza del buon padre di famiglia e nel giro di una manciata di anni il trend è cambiato, tanto è vero che il bilancio consuntivo del 2024, approvato dal cda in aprile e pubblicato in questi giorni sul sito della fondazione, racconta un utile di quasi un milione di euro. Don Rasoli si schermisce: «Se bisogna parlare di meriti, vanno giustamente ripartiti tra tutto il cda — chiarisce il sacerdote —, ma soprattutto vanno attribuiti all’operato del direttore generale Fabio Bertusi e dei suoi collaboratori, che nel giro di pochissimi anni sono riusciti ad invertire la tendenza».
Sì, perché all’avanzo di gestione vanno aggiunti gli accantonamenti per rischi, manutenzioni e aumento contrattuale del personale dipendente che ammontano a quasi 290mila euro. Un risultato che, sommato a quello del 2023 con un avanzo di 667mila e rotti euro, e a quello dell’anno precedente, che in cassa ne aveva lasciati quasi 345mila, ha consentito di estinguere completamente le perdite pregresse che gravavano sulla Fondazione. E ora l’opera pia può disporre di un patrimonio libero costituito da avanzi.
«Devo confessare che siamo molto soddisfatti dell’andamento economico-finanziario — ammette don Rasoli — frutto di un lavoro di squadra davvero eccezionale. In questi ultimi anni abbiamo anche cambiato buona parte delle figure apicali, soprattutto nell’ambito socio-sanitario e i risultati si stanno vedendo anche nel campo della riorganizzazione del lavoro e nella cura degli ospiti, nonostante la grande fatica di tutto il comparto nel reperimento del personale di contatto. Con gli istituti di credito abbiamo rinegoziato completamente le condizioni di interesse applicate, ottenendo notevoli e immediati benefici e inoltre abbiamo estinto completamente il mutuo chirografario di oltre 1 milione e 100mila euro, che gravava sulla struttura, liberandoci da un onere significativo».
Missione compiuta. «Questa nuova solidità economico-finanziaria – annuncia il presidente – ci permette di investire ancora di più sul personale, sia in termini economici sia di benessere sul luogo di lavoro. Il cda, dopo aver preso atto che il contratto Aris è in attesa di rinnovo da oltre 12 anni e che, per ora, non ci sono in vista sostanziali novità, sta pianificando azioni decise e significative per migliorare nettamente le retribuzioni. Alla fine dell’estate saremo più precisi, ma già fin d’ora vogliamo comunicare ai nostri dipendenti che stiamo ponendo le basi per delle scelte importanti. Siamo consapevoli che i nostri operatori meritano rispetto, attenzione e soprattutto una retribuzione adeguata a fronte di un lavoro così delicato e faticoso come la cura delle persone più fragili e proprio per questo abbiamo cercato di migliorare la situazione con nuovi piani da lavoro, una riorganizzazione generale dei reparti, l’introduzione di nuove figure chiamate a coordinare specifici settori, una prossimità e un ascolto di tutto il personale, oltre che degli incentivi economici e soprattutto il cosiddetto welfare aziendale».
Tradotto: mille euro ogni anno in più in busta paga calibrati in base alle presenze.
«Abbiamo favorito inoltre il passaggio di molti dipendenti da Asa a Oss con un conseguente aumento di stipendio al quale va aggiunta la valorizzazione delle professionalità acquisite. C’è ancora tanto da fare, ma ora abbiamo le risorse per dare risposte concrete».
Se i bersagli sono stati centrati, bisogna ringraziare anche i mecenati locali, sempre attenti agli ospiti e al loro benessere e don Rasoli lo sa: «La solidità della nostra struttura — conferma il presidente — non deve far venir meno la generosità del territorio; stiamo concludendo, infatti, il cantiere del 110 e alcuni lavori non sono compresi nel Superbonus: mi riferisco alla palazzina in disuso da decenni e in via di ristrutturazione, agli arredi interni della nuova sala polifunzionale, della palestra di fisioterapia, della nuova farmacia e di altri locali di servizio. Si tratta di interventi che si aggirano intorno al milione di euro. Appena terminato il cantiere esterno sarà necessario investire sugli ambienti interni di Rsa e di Rsd, che abbisognano di un restyling completo, senza dimenticare il grande parco che deve tornare ad essere uno dei cuori pulsanti della Fondazione».
Eccoli, i numeri del cuore grande del territorio: «Nel 2024 abbiamo avuto donazioni per oltre 100mila euro e ci auguriamo che anche quest’anno non cali l’attenzione e la premura delle persone sensibili di Castelverde e dei cremonesi in generale, per la nostra ‘Cittadella della carità’ che da oltre 123 anni risponde ai bisogni dei più fragili».
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