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CASALMAGGIORE

Nuova vita per l’ex asilo dopo l'esplosione

Lo stabile della Fondazione Assistenza Minori sarà riqualificato con spazi abitativi e associativi. Sotto le macerie, riemergono affreschi rinascimentali che trasformano il progetto in un’opera di valore culturale. Avvio lavori a settembre

Jacopo Orlo

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redazione@laprovinciacr.it

22 Giugno 2025 - 05:10

Nuova vita per l’ex asilo dopo l'esplosione

CASALMAGGIORE - Nuova vita per lo stabile di via Cavour di proprietà della Fondazione Assistenza Minori. L’ex asilo della città verrà riqualificato con nuovi locali ad uso abitativo e associativo-ricreativo per la comunità.

Parte dell’edificio tutt’ora inagibile fu distrutto nell’estate del 2022 dall’esplosione di una bombola a gas che portò alla morte di un’inquilina e al ferimento grave di un’altra.

Nella mattinata di sabato, all’oratorio Maffei, sono stati dunque presentate le iniziali operazioni di messa in sicurezza del palazzo e il progetto di intervento architettonico e di restauro.

«Oggi è un giorno importante perché dopo l’esplosione, causata da una bombola abusivamente inserita nei locali e il tragico coinvolgimento di due vittime, la demolizione del lavoro di altre persone e il disagio creato ad una città, possiamo mettere mano al palazzo» ha detto l’abate parroco don Claudio Rubagotti, presidente della Fondazione, durante la conferenza stampa. Insieme a lui erano presenti il sindaco Filippo Bongiovanni, l’assessore alla Cultura Marco Micolo, i membri del CdA della Fondazione Cristiano Albertoni e Chiara Chizzini, il geometra Stefano Busi, il titolare della ditta Pcp Costruzioni Giovanni Pagliari e il collaboratore parrocchiale don Gino Assensi. I lunghi mesi di attesa sull’inizio del recupero del palazzo – e la permanenza del ponteggio esterno sul viale – hanno avuto una ragione valida. «L’immobile da fuori non dà la percezione dei danni che ha subìto» ha spiegato Busi nella sua relazione tecnica. «Se la facciata è rimasta più o meno integra, abbiamo trovato invece al suo interno un cedimento strutturale elevato e il tetto esploso. Il primo intervento quindi, su autorizzazione della Soprintendenza, è stato quello propedeutico alla messa in sicurezza del palazzo con puntellamenti e procedere al rilievo dell’immobile».

Ed ecco la sorpresa. «Durante i saggi richiesti dall’ente, data la storicità dell’edificio, abbiamo rilevato nelle camere affreschi tra il Quattrocento e Cinquecento, resi visibili attraverso l’esplosione della pellicola ottocentesca. E questo ha ‘complicato’ l’intervento da autorizzare». Un periodo di sospensione, dunque, per svolgere un’indagine approfondita da più parti. «Si poteva ignorare il tutto, ma ho preferito mettere a conoscenza la Soprintendenza degli affreschi perché la città non fosse privata di questo tesoro» ha aggiunto don Rubagotti. Il progetto, firmato dall’architetto Elisa Mezzadri, con la collaborazione dell’ingegner Lorenzo Giuliani, sarà un risanamento conservativo. «Il primo piano ospiterà due sale polivalenti, con gli affreschi più importanti e il soffitto ligneo, e tre unità abitative con accessi separati. Il piano terra sarà destinato invece a sale conferenze, uffici ed eventi» ha spiegato Busi.

L’intera operazione, secondo i tecnici, si stima abbia una base di partenza di 1 milione e 300 mila euro. Cifra destinata a crescere. Ora il passaggio tecnico con gli uffici del Comune, con la Pcp Costruzioni impresa appaltatrice. «Il ponteggio esterno è rimasto oltre i tempi prefissati per cause di forza maggiore, con qualche rimostranza della comunità; ribadiamo come ci teniamo al disagio della città ma per la Fondazione è stato un costo» ha aggiunto Albertoni. «Ora dovremo trovare fondi per poter sostenere un’opera così onerosa». I lavori di rimozione dei ponteggi e di consolidamento dell’edificio partiranno da settembre, con la previsione di terminarli entro l’anno corrente. Dalla cenere affiora dunque una nuova bellezza.

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