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Incendio al porto: in fumo quindici canoe

Il presidente della Kcs Benedini (ex azzurro): «Persa tutta la flotta». La solidarietà del Po

Fulvio Stumpo

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redazione@laprovinciacr.it

18 Giugno 2025 - 20:47

Incendio al porto: in fumo quindici canoe

CREMONA - Incendio alla società sportiva Kcs: a fuoco 15 canoe e relative pagaie, in pratica l’intera flotta. Ma è subito scattata la solidarietà, o fratellanza del Po: Bissolati e Federazione hanno mitigato il danno prestando alcune imbarcazioni. Anche perché quattro ragazzi della società dovevano partire per i campionati europei. E sono partiti. Si indaga per capire se il rogo è doloso.

La Kcs, che ha la sede all’Ongina, ma i depositi delle imbarcazioni al porto-canale, è presieduta e allenata da Franco Benedini, atleta azzurro con partecipazioni alle Olimpiadi del 2008 (quarto posto) e agli Europei e ai Mondiali dove si è aggiudicato numerose medaglie. «Sono veramente dispiaciuto — dichiara — abbiamo perso tutte le imbarcazioni, un danno notevole, ma ringrazio la Bissolati e la Federazione per il pronto aiuto».

L’episodio è accaduto nei giorni scorsi, i ragazzi erano rientrati con le canoe, le hanno ricoverate nell’hangar e chiuso la porta. L’incendio è scoppiato tra le 14,30 e le 15,30, sono intervenuti immediatamente i Vigili del fuoco, ma non hanno potuto fare molto: le imbarcazioni in plastica e resina sono diventate fiaccole e si sono liquefatte sulle rastrelliere, perse, come si diceva, anche le pagaie. «Quando ci hanno chiamato i pompieri, era già tutto finito — racconta Benedini con amarezza —, tutto distrutto e il giorno dopo quattro dei nostri atleti dovevano partire per gli europei e a questo punto che sono intervenute la canottieri Bissolati che ci ha prestato alcune canoe e la Federazione Italiana, una vicinanza esemplare, e ancora va il mio ringraziamento al presidente bissolatino Maurilio Segalini».

Sono intervenuti anche gli agenti della Scientifica che hanno acquisito i video di alcune aziende che operano sul canale, vicine al capannone della Kcs, infatti non si esclude nessuna pista. «In effetti è molto strano se si pensa che all’interno del capannone non c’è neppure l’impianto elettrico — spiega Benedini — per cui è da escludere un corto circuito, gli inquirenti infatti non escludono nemmeno l’incendio doloso, anche se devo dire che non abbiamo avuto mai screzi con qualcuno».

Non sempre il canale navigabile è ben frequentato, però. A volte alcuni pescatori sembrano infastiditi sia dalle biciclette sulle rive sia dalle canoe in acqua. «Sì, è vero, non sempre i rapporti sono buoni — afferma Benedini —. Alcuni si comportano veramente in modo arrogante, ma da qui ad appiccare un incendio mi sembra che ci passi». Un’altra pista potrebbero essere i roghi che spesso vengono accesi per bruciare l’immondizia delle decine di discariche abusive della zona.

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