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CREMONA. IL FRONTE DELLA SICUREZZA

E le infiltrazioni sono sotto la lente

Il punto nel vertice con i pm anti mafia. Scattate due interdittive

Giacomo Guglielmone

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gguglielmone@laprovinciacr.it

17 Giugno 2025 - 21:50

E le infiltrazioni sono sotto la lente

CREMONA - Guardia sempre più alta sul fronte delle infiltrazioni della criminalità organizzata e del riciclaggio. Ancora prima che si palesino realtà penalmente rilevanti, la prevenzione si gioca sempre più ad ampio spettro in ambito amministrativo. Una ‘leva’ alla quale il prefetto di Cremona, Antonio Giannelli, crede fermamente. Lo dimostra, da ultimo, l’incontro che si è svolto oggi pomeriggio in Prefettura alla presenza di tutti magistrati di Brescia, inclusi quelli della Direzione distrettuale antimafia (Dda). All’incontro hanno partecipato i vertici delle Forze dell’Ordine, il presidente dell’amministrazione provinciale, Roberto Mariani, il sindaco di Cremona, Andrea Virgilio, con l’assessore alla Sicurezza, Santo Canale e il comandante della Polizia locale, Luca Iubini, il procuratore della Repubblica di Brescia, a capo della Direzione Distrettuale Antimafia, Francesco Prete, il procuratore della Repubblica di Cremona, Silvio Bonfigli, il sostituto procuratore presso il Tribunale dei Minorenni di Brescia, Lara Ghirardi.

Nel corso del vertice è stato fatto il punto sulle attività di osservazione, informazione e collegamento. Su di esse si basa la gran parte delle attività di prevenzione e monitoraggio che si svolgono in provincia di Cremona e che di recente hanno portato a due interdittive applicate ad altrettante società, collegate fra loro, che operano a livello nazionale nell’ambito dei servizi pubblici. A seguire sono scattati due provvedimenti di amministrazione controllata rivolti a garantire la prosecuzione degli stessi servizi pubblici. «C’è un’ intera filiera sotto la lente dietro queste misure che hanno retto l’impugnazione. Presto - spiega il prefetto - si arriverà ad altri approfondimenti, nell’ambito di un’attività che - sottolinea Giannelli - non è soltanto quantitativa ma qualitativa». Alle due interdittive si è arrivati dopo aver percorso flussi finanziari molto complessi, a tratti vorticosi, frutto anche dell’attenzione rivolta dagli inquirenti che peraltro non dimenticano mai - ha assicurato Giannelli - come queste misure possano incidere sull’occupazione ma anche sulla reputazione delle realtà economiche scandagliate. La grande capacità di indagine di cui dispongono le forze dell’ordine che operano a livello provinciale è chiaramente un elemento importante, a tratti decisivo, in questa partita delicata.

In questo ambito - come ha spiegato ancora il prefetto, che è stato il promotore dell’incontro di oggi a palazzo del Governo - a partire da Crema, nell’ambito del Patto per la sicurezza, si è aperto un nuovo filone di attività di osservazione legato alle attività commerciali per le quali non è richiesta la licenza. Le amministrazioni, Cremona inclusa, indicano queste realtà e sulla base di quegli elenchi scattano controlli a campione. Se l’esito delle verifiche è positivo, scatta la segnalazione al sindaco. Insomma, non sono più soltanto gli appalti pubblici ad essere sotto osservazione. Anche perché si è capito, ormai da tempo, che i percorsi del riciclaggio e dell’utilizzo di fondi che fanno capo alla criminalità organizzata possono prosperare anche lontano dagli appalti. Altro aspetto rilevante emerso di recente è il fatto che nel mirino degli investigatori ci sono anche le connessioni tra mafie, non solo l’offensiva di una consorteria, in primis la 'ndragheta, come hanno evidenziato alcune indagini recenti, ad esempio quella denominata ‘Hidra’, che ha puntato i riflettori su un’alleanza tra mafia, camorra e 'ndrangheta in varie zone della Lombardia. «Un’altra cosa rilevante - riprende il prefetto - è osservare cosa determinano i provvedimenti presi, cosa si muove dopo che sono stati assunti e notificati. Si tratta di una fonte di informazioni potenzialmente molto rilevanti. In provincia di Cremona non si registrano dei picchi, delle peculiarità su base territoriale quanto alle possibili e presunte infiltrazioni, ma posso dire che alcune delle società attenzionate figurano nelle pubblicità sui muri della città. Vedere immagini che includono zone della provincia di Cremona in alcune inchieste sulla criminalità organizzata gestite negli scorsi anni mi ha colpito».

Sugli elementi rivelatori di una realtà che val la pena indagare, il prefetto ha le idee chiare. «In generale bisogna porre attenzione alle storie di successo, alle aziende che arrivano a gestire e investire rilevanti quantità di denaro nell’arco di poco tempo o che fanno registrare uno sviluppo vertiginoso. Dobbiamo alzare l’attenzione anche per tutelare la stragrande maggioranza degli imprenditori che operano nel pieno rispetto delle regole, che non accettano finanziamenti a tassi bassi, non legati alle banche, e altre situazioni non chiare».

Giannelli è molto chiaro anche sui segnali di cui tenere conto per intercettare situazioni opache. «La prima cosa che deve destare attenzione sono le proposte fuori mercato, tanto in ambito privato quanto nel pubblico. In seconda battuta bisogna stare in guardia davanti a situazioni che palesano un eccesso di discrezionalità: i controlli interni, sia nel privato che nel pubblico, vanno mantenuti e devono essere vivi, attuali, non si devono fermare a un livello solo formale. Come terzo punto indico quelle situazioni in cui, per così dire, si vive al di sopra delle proprie disponibilità. Bisogna sapere da dove arrivano i soldi». Un ultimo aspetto messo in rilievo da Giannelli è l’importanza delle segnalazioni e delle sollecitazioni che arrivano dalle «minoranze». «Al di là del dibattito politico, nel quale le prefetture, chiaramente, non entrano, tenere conto delle segnalazioni che hanno fondamento è uno dei pilastri di questa attività di sorveglianza. Ogni anno ne riceviamo tra le trenta e le quaranta».

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