L'ANALISI
12 Giugno 2025 - 05:20
Il ciclista cremasco Lauro Zanchi a Pisa e alla meta in piazza San Pietro
CREMA - Settecentocinquanta chilometri in bicicletta in solitaria in quattro giorni e mezzo, da Crema a piazza San Pietro a Roma, attraversando la Via Micaelica, un tempo utilizzata dai pellegrini in alternativa alla Francigena. È l’impresa compiuta da Lauro Zanchi, tecnico esperto in informatica dell’istituto Pacioli, da sempre appassionato di ciclismo. La Via Micaelica, o cammino di San Michele, parte dall’Irlanda, dall’isola deserta di Skelling Michael (dove l’angelo sarebbe apparso a San Patrizio) e giunge fino in Israele. «È un itinerario — spiega il cremasco — che tocca alcuni santuari, chiese e luoghi dedicati a San Michele. I pellegrini lo affrontavano a piedi, io l’ho fatto in bicicletta su strade percorribili».
Il ciclista illustra le località da lui toccate: «Sono partito da Crema in direzione Piacenza, per poi arrivare a Pontremoli, Aulla, attraversare la Lunigiana e la Garfagnana, passare da Lucca e poi Pisa, Pontedera, Volterra, il Grossetano, Saturnia, la Tuscia viterbese, il lago di Bracciano e infine Roma. In tutto, circa 750 chilometri e 9.000 metri di dislivello, da solo e con due zaini sulla bicicletta, dormendo negli ostelli».
Zanchi spiega la sua scelta: «Nell’anno del Giubileo, mi sentivo di andare a Roma affrontando un percorso caro ai pellegrini, che non fosse la solita via Francigena, che già avevo fatto. Sono strade poco trafficate, lontane dalla vite frenetica, lungo le quali si respira un mix di storia, di cultura e spiritualità. Poco importa se uno è credente o no. È una riscoperta del turismo alternativo». Per compiere il tragitto in così poco tempo, il pellegrino su due ruote ha dovuto stare in sella circa 10 ore al giorno. «Nei paesini che ho attraversato — aggiunge Zanchi — ho trovato gente molto disponibile e una grande solidarietà. Mi ha aiutato a trovare posti in cui dormire e mi ha dato le cose di cui avevo bisogno». Raggiungere la meta è stato emozionante: «Piazza San Pietro — conclude — ti dà sempre delle palpitazioni particolari, tanto più dopo l’elezione di un nuovo Papa e nell’anno del Giubileo». Dopo la fatica, debitamente ripagata, il ritorno a Crema in treno.
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