L'ANALISI
09 Giugno 2025 - 21:20
Il pm Davide Rocco e gli avvocati Lapo Pasquetti e Roberto Guareschi. Dietro, il tribunale di Cremona
CREMONA - Seduto in fondo all’aula, quando ha sentito la richiesta del pm, Davide Rocco, di condannarlo a 7 anni di reclusione, Attilio Mazzetti, bottiglietta d’acqua tra le mani, ha fatto un colpo di tosse ed è uscito. Il pm ritiene Mazzetti - soresinese residente a Crema, promotore, con Renato Crotti, dell’associazione per delinquere finalizzata a distrarre più di 300mila euro di fondi (il denaro donato dai cremonesi) raccolti da Uniti per la Provincia di Cremona: la onlus costituita il 13 marzo del 2020 - in piena emergenza Covid 19 — anche per dare una mano agli ospedali in forte stress.
Non solo associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita del denaro. Mazzetti è anche accusato di aver tentato di depistare le indagini shock della Guardia di Finanza, facendo ‘pressing’ su due imprenditori che avevano prestato il fianco emettendo fatture false. La onlus è parte civile con l’avvocato Roberto Guareschi, che ha chiesto di condannare Mazzetti al risarcimento del danno. Un danno « rilevante, importante, molto grave»: 200mila euro (provvisionale) in solido fino a 45mila euro con Verisure, chiamata in causa come responsabile civile, assistita dall’avvocato Lapo Pasquetti. L’8 luglio concluderanno gli avvocati Gian Andrea Balzarini e Domenico Servillo, difensori di Mazzetti.
Il 16 settembre eventuali repliche e sentenza. Crotti ha già patteggiato 3 anni e 4 mesi e versato 25mila euro di risarcimento. Per il pm, «era il motore della onlus, colui che di fatto la gestiva. Tra Crotti e Mazzetti sussisteva un accordo stabile». I due «avevano la necessità di trovare soggetti (imprenditori, ndr) che facessero fatture false». Ci pensava Mazzetti a reclutarli. Uno è Cristiano Bozzoli, titolare della New Syriuos di Pizzighettone, impresa che installava caldaie (Bozzoli ha patteggiato).
È il caso dei 750 pasti caldi destinati alla Eco-Company di don Alberto Mangili, il caso che ha dato la stura all’indagine. Nei suoi 65 minuti di requisitoria, il pm ricorda come l’indagine abbia preso il via dalle operazioni sospette segnalate dalla banca, in cui Bozzoli aveva il conto corrente della società. A primavera 2020, dal conto di Uniti vengono disposti due bonifici a favore della New Syrious per 28.060 euro: uno di 9.760 euro, il 14 aprile, l’altro di 18.300, l’8 maggio con la causale: «Preparazione e consegna a domicilio di n. 750 pasti caldi serviti dal 10 aprile 2020 al 31 aprile 2020 a soggetti da voi indicati».
La magagna salta fuori in banca. Una onlus nata per la lotta al Covid che versa soldi ad una società che installa caldaie? Il direttore di banca chiede conto a Bozzoli, il quale candidamente ammette: «Io non ho mai consegnato i pasti». Quando Crotti capisce che all’interno della onlus si stanno effettuando verifiche sui pasti, prosegue il pm, «contatta Mazzetti. Crotti, Mazzetti e Bozzoli si erano già spartiti i soldi della onlus, nessuno si era preoccupato di comprare i pasti». A quel punto, «i pasti vanno consegnati. Bozzoli cerca di imbastire dei pasti da consegnare a don Mangili».
Va far spesa e si mette ai fornelli, mentre Crotti deve procurarsi «pezze giustificative». Così, «crea falsi documenti da far firmare a don Mangili. Gli dice: ‘Se ti chiedono, di che il nome di Bozzoli te lo ha fatto un prete del Lodigiano’. Crotti si preoccupa di fare delle pezze giustificative con l’aiuto di don Mangili». Quando a luglio del 2020 scattano le perquisizioni, le Fiamme gialle sequestrano «il famoso faldone verde», una miniera. «La Guardia di Finanza ci dice com’è emerso con chiarezza che quella dei pasti caldi non era l’unica operazione di distrazione dei soldi: era una delle tante operazioni con fatturazioni false».
È il caso, ad esempio, delle sanificazioni. Mazzetti recluta Michele Russo, legale rappresentante della Rm Solution, imprenditore che si è prestato ad emettere una finta fattura di 27.450 euro per una fornitura di kit «Salvavita &Sicurezza», mai consegnati. In cambio, avrebbe avuto la sua parte (Russo ha patteggiato). Il 24 aprile del 2020, Russo riceve un bonifico dal conto corrente di Uniti: la causale fa riferimento a una fornitura di kit «Salvavita & Sicurezza». Ma la fattura è falsa. E lo è intanto perché la Rm Solution viene costituita soltanto due giorni prima: il 22 aprile. Il 29 luglio, i finanzieri perquisiscono la società. Russo li aspettava. Vuota il sacco.
Ammette di non aver mai elargito alcuna prestazione in favore della onlus. Immaginava che, prima o poi, la Guardia di finanza si presentasse, «perché Mazzetti lo aveva avvertito, dicendogli di ‘sistemare’ la sua fattura e gli aveva suggerito di emettere una fattura a carico per materiale di sorveglianza». Mazzetti propone a Russo di trovare «altre persone interessate, dal momento che vi erano a disposizione circa 2 milioni di euro». Agli inquirenti, Russo precisa che Mazzetti aveva redatto la fattura. E che «a sua volta, Mazzetti aveva ricevuto le indicazioni e i dettagli dal Crotti». Dopo aver incassato i soldi dalla onlus, Russo dà 10mila euro a Crotti, lui e Mazzetti si intascano 8.500 euro a testa. Mazzetti non si ferma a qui. In fase di indagini, Bozzoli e Russo ammettono. Per l’accusa, Mazzetti prova a convincerli a ritrattare. Con le buone nel caso di Bozzoli che non ci sta. Con le cattive (‘Ti gambizzo’) nel caso di Russo.
Operazione Verisure. È la storia di ‘25 kit premium home’. Mazzetti procaccia affari per la società. Il pm sostiene che si sia «appropriato di 34.890 della Uniti per la Provincia onlus», ricevendo 4.575 euro di provvigione. «La onlus compra 25 kit. Né la onlus né Verisure si preoccupano di capire a quali persone (bisognose) vadano». Lo accerta chi indaga: i kit finiscono nelle case di parenti e amici di Mazzetti, ma anche degli agenti stessi della società. Verisure fattura ai singoli destinatari.
E, allora, «qual è l’interesse sottostante a questa operazione economica?», rilancia il pm. «Il prestigio di Mazzetti agli occhi di Verisure, ma anche di Crotti». L’avvocato Pasquetti ribatte: «Verisure riceve la mail con carta intestata Onlus a firma R.C. per il preventivo, le fatture sono regolarmente intestate ai destinatari degli impianti. Verisure non poteva essere consapevole che venissero installati a parenti e amici di Mazzetti, al quale ha pagato regolarmente le provvigioni, ma non per questo è responsabile civile. Crotti aveva il controllo della onlus. Insisto perché venga respinta la domanda risarcitoria».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris