L'ANALISI
07 Giugno 2025 - 05:20
La cappella della casa di cura San Camillo e la reliquia
CREMONA - È in arrivo nella chiesa della casa di cura San Camillo di via Mantova, voluta dal beato padre Enrico Rebuschini (le cui spoglie riposano in una cappella laterale), la reliquia del cuore di San Camillo de Lellis (1550-1614), il fondatore dei chierici regolari ministri degli infermi, noti come camilliani. In precedenza la reliquia era stata accolta dalla comunità delle Figlie di San Camillo, nell’ambito delle celebrazioni del 450° della conversione (1575) di Camillo, originario di Bucchianico, in precedenza soldato di ventura dalla vita disordinata, e di quelle del Giubileo.
Non è la prima volta per San Camillo a Cremona, perché ci venne anche da vivo, come ha spiegato padre Roberto Corghi, cappellano della clinica: «La prima croce rossa apparsa a Cremona è stata quella che San Camillo portava sul petto, ben visibile sull’abito, in almeno due visite fatte alla città durante i numerosi viaggi compiuti nel nord della penisola. La prima, nel giugno del 1600, in un viaggio a Milano per presiedere ad un raduno della sua Consulta. La seconda nel maggio del 1613, durante la sua ultima visita alle comunità dell’ordine. Nell’entrare in città, il pensiero gli era corso certamente a Gregorio XIV, il Papa cremonese al quale doveva il riconoscimento delle sue 'Regole di vita' autenticate da una bolla pontificia. Ma vi è chi ritiene che vi abbia sostato anche in altre occasioni, nei frequenti spostamenti tra gli ospedali di Milano, Bologna, Mantova, Ferrara, Borgonovo Valtidone, Occimiano e Genova, dove risiedevano i suoi religiosi».
Padre Corghi si è concentrato anche sul significato delle reliquie per i fedeli: «Già nei primi decenni della cristianità i corpi dei martiri venivano esposti alla devozione dei fedeli per la loro eloquente testimonianza di fede e la feconda provocazione alla santità. Più tardi avvenne lo stesso modo anche per i santi». E sul valore particolare della reliquia in questione: «La reliquia del cuore, non infrequente nell’epoca medievale e umanistica, ha un suo evidente significato anche in questo nostro tempo secolarizzato.
L’uomo di oggi attribuisce al cuore svariati valori, talvolta paradossalmente contraddittori: è poesia per gli innamorati, affetto per i genitori, speranza per coloro che attendono il trapianto, lugubre esibizione per i cultori della letteratura horror, vita umana che nasce, pulsa, assicura il nostro futuro, come ricorda papa Leone». Una testimonianza eloquente per medici e personale sanitario: «Vi è chi, tra il personale medico e amministrativo, contemplando il Crocifisso, educa il proprio cuore alla pietà compassionevole, all’amore che si dona, alla dedizione che si prende cura di chi soffre. È quanto domenica, Pentecoste, ci testimonierà e allo stesso tempo ci proporrà il cuore di San Camillo, convertito, plasmato e trasformato dal cuore misericordioso di Cristo. Un’occasione da non perdere».
Domani, solennità di Pentecoste, nella chiesa e nella casa di cura, sono previste particolari celebrazioni. Alle 10 in chiesa la Messa solenne con accoglienza della reliquia, presieduta da padre Virginio Bebber, superiore della comunità camilliana e presidente nazionale dell’associazione religiosa istituti socio-sanitari. Alle 15:30 un’altra messa sarà celebrata in reparto per i degenti. Alle 18, in chiesa, ci sarà invece una presentazione della reliquia del cuore di San Camillo, intercalata da meditazioni e preghiere.
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