L'ANALISI
05 Giugno 2025 - 18:30
La Casa dell'Accoglienza di viale Trento e Trieste e don Pier Codazzi
CREMONA - Nei confronti del profugo che il 21 marzo del 2021 aveva scatenato un pandemonio nella Casa dell’Accoglienza e che lo aveva minacciato, don Pier Codazzi, responsabile della struttura e direttore della Caritas, aveva già rimesso la querela. L’altro minacciato, Attilio, operatore della Caritas addetto alla portineria e alla sicurezza, non lavora più a Cremona. Oggi era atteso in aula, ma non si è presentato: remissione tacita della querela.
E così, il giudice ha emesso sentenza di ‘non doversi procedere’ appunto per remissione delle querele nei confronti di Ozo, nigeriano, classe 1995, condannandolo al pagamento delle spese processuali. Nel frattempo Ozo ha lasciato la Casa dell’Accoglienza, ma è rimasto a Cremona. Difeso dall’avvocata Cristina Pugnoli, oggi non era in aula. C’era solo don Pier. La vicenda. Sabato 21 marzo 2021: da due settimane l’Italia è chiusa in lockdown. A Cremona, Ozo è uno dei profughi ospitati alla Casa dell’Accoglienza. La struttura chiude il portone alle 23 e lo riapre alle 7. Alle 23, Ozo vuole uscire per comprare le sigarette: è la miccia di una notte di follia.
Difronte al ‘no’, minaccia don Codazzi e Attilio: «Ti taglio la gola, uccido la tua famiglia». E minaccia di «dare fuoco» alla struttura di via Sant’Antonio del Fuoco. Per una notte intera il profugo darà del filo da torcere anche ai poliziotti. Alle 23, don Codazzi è nel cortile della Casa dell’Accoglienza. Incontra Ozo in compagnia di Nicolas, un altro ospite. I due «pretendevano di uscire per andare a prendere le sigarette nelle vicinanze del supermercato Carrefour».
Il don ribadisce che il regolamento della struttura obbliga tutti gli ospiti a rientrare entro le 23. Chi sgarra, resta fuori fino alle 7. Don Pier consiglia ai due di non uscire, ricordando loro che c’è anche il decreto Covid: non si esce per «futili motivi». Ozo è ubriaco, la prende malissimo. Insulta il sacerdote: «Prete di m... bastardo, figlio di..., brucio la Casa dell’Accoglienza». Don Pier cerca di farlo ragionare. Viene strattonato e spinto con violenza contro una fioriera. In difesa del prete arriva Attilio. Ozo minaccia l’uno e l’altro. Urla e minaccia, gli altri ospiti si affacciano alle finestre. Don Pier chiede a Nicolas di portare Ozo in camera.
All’1.05, dalla portineria Attilio chiama il don. Ozo e Nicolas erano usciti dalla struttura, pretendono di rientrare. Attilio dice di no, Ozo minaccia di morte lui e e la sua famiglia. Tira calci, pugni e spintoni al portone. L’operatore della Caritas chiama il 112. Davanti alla Casa dell’Accoglienza arriva la pattuglia della Volante. Ozo urla, minaccia, tira calci e pugni al portone. Ai poliziotti dice che il don e l’operatore sono «figli di...», perché non lo fanno entrare per andare a dormire. Il profugo viene portato via dagli agenti. Sarà una notte turbolenta.
Ore 2.40: Ozo torna davanti alla Casa dell’Accoglienza, tira calci, pugni e spintoni al portone. Pretende di entrare. Minaccia che una volta dentro, la mattina avrebbe ucciso Attilio, la sua famiglia e anche «quel bastardo e figlio di don Pier, perché non meritate di stare al mondo». Attilio richiama il 112. Arriva la stessa pattuglia, Ozo viene portato via.
Ore 5.38: il profugo torna più arrabbiato di prima. Stessa scena: calci e pugni al portone, minacce. Sta lì fino alle 7. Attilio è «molto spaventato», non apre, impedendo agli altri ospiti, a chi lavora nella struttura e ai fornitori di entrare e uscire. Si chiama di nuovo la polizia. Gli agenti provano a calmare il profugo, lui minaccia. Ozo si toglie i vestiti e rimane completamente nudo in strada.
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