L'ANALISI
04 Giugno 2025 - 10:52
(Foto IA)
CREMONA - È silenziosa, ma persistente. Spesso comincia con un fastidio alla zona lombare, che si estende nel tempo fino a diventare un dolore cronico e invalidante. La lombalgia è oggi una delle principali cause di assenza dal lavoro, e secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità rappresenta la condizione muscoloscheletrica più diffusa a livello globale.
Secondo i dati dell’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore (AISD), l’80% della popolazione adulta ha sofferto almeno una volta nella vita di mal di schiena. E in un numero crescente di casi – circa il 20% – il dolore non si risolve, ma persiste oltre le 12 settimane, trasformandosi in lombalgia cronica.
Le cause sono spesso multifattoriali: vita sedentaria, postura errata, lavori pesanti, traumi, stress psicosomatico, ma anche patologie specifiche come ernie discali, artrosi vertebrale o spondilite anchilosante.
L’Istituto Superiore di Sanità sottolinea che la prevenzione passa anche da semplici accorgimenti quotidiani: mantenere un peso adeguato, fare attività fisica regolare (soprattutto esercizi di rinforzo addominale e dorsale), correggere la postura a lavoro e in auto.
Quanto al trattamento, la comunità scientifica è chiara: no al riposo prolungato e all’abuso di farmaci, sì a programmi personalizzati che integrano fisioterapia, rieducazione posturale, terapie manuali, approcci psicologici e terapie del dolore.
In Lombardia sono attivi diversi centri pubblici e privati che offrono percorsi multidisciplinari per la gestione del mal di schiena, spesso con il supporto di équipe composte da fisiatri, fisioterapisti, reumatologi e psicologi.
Tra le novità più promettenti segnalate dalla Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER) c’è l’uso della tecnologia digitale per il monitoraggio del movimento, così come i programmi di telereabilitazione, nati durante la pandemia ma oggi pienamente integrati nei percorsi terapeutici.
La lombalgia non è solo un fastidio temporaneo: quando viene ignorata o trattata solo con antidolorifici, rischia di diventare una vera e propria condizione cronica. Riconoscerla in tempo, affidarsi a professionisti qualificati e seguire un piano integrato può fare la differenza tra una vita condizionata dal dolore e una gestione consapevole e attiva del proprio benessere.
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