L'ANALISI
03 Giugno 2025 - 18:42
CREMONA - 'Le rocambolesche avventure dell’orso Nicola, del ragnetto Eugenio e del moscerino che voleva vedere il mondo e che rese tutti felici' è un titolo alla Lina Wertmüller, ma è diventato un caso e soprattutto ha ottenuto l’Oscar del teatro ragazzi, il Premio Eolo per la migliore scrittura drammaturgica. Questa è la motivazione: «Annalisa Arione e Dario De Falco, con l’inattesa e feconda partecipazione di Alberto Branca, sostenuti dal movimento scenico, curato da Annalisa Cima e le musiche di Enrico Messina, costruiscono per la scena, tra ironia e commozione, nella peculiare cifra della Compagnia, la surreale storia di tre divertenti personaggi che nonostante la loro diversità, trovano le motivazioni profonde per creare una famiglia, riuscendo in modo straordinario a veicolare nella realtà, con grande semplicità, la possibilità e l’importanza di prendersi cura l’uno dell’altro senza pregiudizi».
Branca, attore cremonese con 45 anni di storia teatrale sulle spalle, non nasconde la sua soddisfazione per un traguardo condiviso con la Compagnia Arione De Falco con cui si è sviluppato un fecondo quanto inatteso rapporto di collaborazione artistica: «Tutto è nato con la richiesta di Dario e Annalisa di un tecnico che potesse seguirli in una mini tournée in Basilicata – racconta -. Mi sono detto: in Basilicata c’è il mare, non male. Ed ho accettato, era estate e non avevo impegni particolari. Nella mia carriera ho fatto di tutto, il teatro ragazzi ti abitua a questo. Sono attore, ma ho fatto anche l’organizzatore per Cà Luogo d’Arte oppure ho ricoperto il ruolo di presidente al Teatro delle Briciole – racconta -. Ma si sa: il teatro si fa anche inchiodando le scenografie, stando attenti agli aspetti più concreti e materiali, da cui poi magicamente fuoriesce la poesia e la leggerezza dello spettacolo teatrale».
Attore brechtiano che si sporca le mani, Branca è uomo di teatro fin nel midollo alle prese con l’emozione di vedersi riconosciuto il suo lavoro: «I premi fanno piacere e sono importanti perché ti permettono di capire come gli addetti ai lavori vedono il tuo lavoro – svela -. Ma il bello di fare l’attore e anche la cosa pericolosa è che il ritorno su ciò che fai l’hai sera dopo sera, mattina dopo mattina dal pubblico che ti viene a vedere e alla fine, se tutto va bene, ti premia col suo calore e quell’abbraccio metaforico che è l’applauso».
Il Premio Eolo, coordinato da Mario Bianchi, è assegnato dagli operatori ed esperti di teatro ragazzi che hanno visto nel lavoro della Compagnia Arione De Falco «un racconto rocambolesco, ma anche molto poetico e leggero in cui l’amicizia e l’accoglienza dell’altro da sé diventano una fiaba dai toni delicati e che sa commuovere e far pensare – spiega Branca -. Lo spettacolo sta andando benissimo, è il frutto di una collaborazione che funziona, in cui ognuno di noi ha dato il suo apporto. Le rocambolesche avventure dell’orso Nicola è una storia che insegna a superare la diffidenza verso gli altri, ad abbracciare le differenze e ad affrontare con curiosità e coraggio le avventure che la vita ci mette davanti. Sta piacendo e ha tantissime date e questo in un momento non facile per il teatro per l’infanzia».
Branca non nasconde la sua soddisfazione e sfodera lo smartphone dicendo: «Proprio nei giorni corsi ci è arrivato un nuovo riconoscimento, abbiamo vinto il premio del pubblico assegnato nell’ambito della rassegna Piccoli Palchi di San Vito al Tagliamento – racconta l’attore -. Sia con la compagnia Arione De Falco sia con l’altro ensemble di cui faccio parte, 'Controsenso teatro' con Massimiliano Grazioli percepisco un’armonia e una leggerezza nel fare che era da tanto che non sentivo. Dopo la pandemia ho cominciato a riconsiderare e a riapprezzare l’incognita dell’incontro col pubblico, il rapporto con i bambini e i ragazzi che vengono a teatro e che trovo attenti e rispettosi. C’è in questa generazione di pubblico under 18 qualcosa che mi dà forza e contribuisce a farmi credere nel teatro a non farmi stancare del più bel lavoro del mondo: fare l’attore, almeno per me. E lo dico da pensionato, ma più che mai impegnato a non perdere l’abitudine del palcoscenico».
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