L'ANALISI
02 Giugno 2025 - 05:05
CREMA - Episodi di bullismo, disturbi alimentari, ritiro sociale, vale a dire isolamento volontario. A decine, nelle scuole del Cremasco, già a partire dalla primaria. Un quadro preoccupante, se si considera che il progetto per monitorare i casi è partito soltanto da quattro mesi. A gennaio la fase preparatoria, a febbraio i primi interventi. Mirati a fornire supporto ad allievi e docenti, ma anche a educare e, in alcuni casi, a sanzionare.
A confermarlo è Paola Orini, dirigente scolastica del Galilei, scuola capofila dell’Ambito 14 Cremasco. Per combattere i fenomeni, che si manifestano nelle aule scolastiche ma che spesso hanno radici altrove, l’Ambito ha partecipato al progetto ‘Scuola in ascolto’, finanziato dalla Regione e che avrà durata triennale. L’iniziativa, coordinata dal Consultorio diocesano che si è aggiudicato il bando, ha permesso di aprire quattro sportelli di ascolto in città e nel Cremasco.
Le sedi sono al Galilei per i cinque istituti superiori e poi alla media Vailati, a Offanengo e a Pandino, per i 13 istituti comprensivi. Orini spiega la struttura degli sportelli di ascolto: «Ci sono tre psicologhe e una psicopedagogista, scelti attraverso un bando, che si occupano di affrontare con gli studenti alcune tematiche: il bullismo, ovviamente, ma anche la difficoltà di socializzazione in classe, il ritiro sociale e i disturbi dell’alimentazione». Ma non solo: «Assistono anche i docenti che hanno a che fare con casi gravi e entrano nelle classi più problematiche». A indirizzare gli allievi agli sportelli sono le scuole stesse.
«È la prima volta — afferma Orini — che la Regione mette in atto questo progetto e come dirigenti scolastici non possiamo che ringraziare». Visti i casi emersi in così pochi mesi, Orini è convinta che ce ne fosse la necessità: «Siamo già arrivati a decine di casi, ma sono convinta che il prossimo anno scolastico, iniziando subito da settembre, saranno molti di più. Al Galilei, ad esempio, nei prossimi giorni avremo un altro intervento in una classe».
Le quattro professioniste scelte per ‘Scuola in ascolto’ hanno incontrato le psicologhe che operano nei singoli istituti. «Perché questo sportello — precisa la dirigente — non va a sostituirsi a quelli che già erano presenti negli istituti. Insieme, le due realtà studiano il piano strategico più adeguato. Ci sono già stati anche incontri con docenti delle classi in cui sono emerse delle problematiche. E interventi nelle stesse classi dove si manifestano disagi, che spesso nascono fuori dalla scuola».
Da settembre, le azioni coinvolgeranno anche le famiglie. Orini spiega che i tipi di problemi emersi non siano molto diversi nei vari livelli dell’istruzione: «Abbiamo già avuto diversi casi anche alle medie, di bullismo, dipendenze, disturbi alimentari o comportamenti di ragazzi che tendono a isolarsi; addirittura ci sono casi alle primarie, dove alcuni dirigenti hanno richiesto interventi».
Per le problematiche più gravi, il progetto Scuola in ascolto sfocia in quello assai più datato e collaudato che è Scuola spazio di legalità, promosso dalla prefettura, che ha in Maura Longari la figura di riferimento. «È il quarto step — afferma la preside — quello più estremo. Al Galilei, ad esempio, partiamo con lo sportello didattico e il riorientamento degli alunni che sbagliano la scelta della scuola, poi passiamo alla psicologa di istituto, quindi al progetto Scuola in ascolto e per i casi gravi ci rivolgiamo alla prefettura. Così fanno anche le altre realtà educative».
I casi di bullismo ci sono e vanno combattuti. Essere vittima di bullismo in età adolescenziale può lasciare segni per tutta la vita. E qui possono scattare le sanzioni. «L’aspetto educativo è sempre al primo posto, ma a volte è necessario sanzionare».
PREVISTI ANCHE I LAVORI SOCIALMENTE UTILI
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha varato in quest’anno scolastico un regolamento che mira a restituire centralità al voto in condotta. Il nuovo approccio ha l’obiettivo di garantire il benessere degli studenti, ma anche un clima più favorevole nelle classi per gli insegnanti. Tra le principali novità che sono state introdotte, ci sono veri e propri regolamenti che disciplinano il ritorno dell’importanza, come detto, del voto in condotta nelle scuole superiori e introducono le attività di cittadinanza solidale, chiamate anche lavori socialmente utili. Questi ultimi prevedono un approccio più efficace per affrontare i comportamenti negativi, come più scuola e meno sospensioni tradizionali: i giovani che si rendono protagonisti di episodi di bullismo o di violenza sono coinvolti in attività di solidarietà, come collaborazioni in ospedali, case di riposo, Caritas o mense per poveri, o compiti pratici all’interno della scuola stessa.
Secondo il ministro, queste iniziative insegnano il valore del rispetto e della solidarietà. Chi ha 6 in condotta deve sostenere un esame di educazione civica in estate. Se si tratta di uno studente di quinta deve portare un elaborato all’esame di Stato. Per chi viene sospeso dalle lezioni per più di due giorni sono previsti, come detto, lavori socialmente utili. Il principio è quello che quando uno studente sbaglia deve essere sanzionato, altrimenti non capirà mai la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
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