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IL CAMMINO, L’EMOZIONE: LA STORIA

«Il viaggio nell’anima dedicato a mio fratello»

L’esperienza di Guido Bodini, 71 anni, di Cella Dati. E un legame che non muore mai

Antonella Bodini

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redazione@laprovinciacr.it

30 Maggio 2025 - 05:30

«Il  viaggio nell’anima dedicato a mio fratello»

Guido Bodini e la Compostela

CELLA DATI - Duecentottanta chilometri da Porto, in Portogallo, a Santiago de Compostela, in Spagna, la bellezza di un cammino nato per credenti e religiosi, ma che oggi viene intrapreso da chiunque voglia vivere un’esperienza unica. Gambe, testa, ma soprattutto cuore.

Guido Bodini, classe 1954, residente a Cella Dati, ha da poco concluso il suo sesto Cammino di Santiago, il percorso portoghese, un viaggio che ancora una volta lo ha toccato nelle più profonde corde dell’anima perché «una volta fatto il primo cammino c’è come un richiamo, qualcosa di inspiegabile che ti porta a programmare il successivo e a vivere ogni volta qualcosa di diverso».

Il primo nel 2014, quasi 800 chilometri nel percorso più classico, quello da Roncisvalle a Santiago de Compostela. «Per i 60 anni mi sono regalato il Cammino – spiega Bodini – era da un po’ che ci pensavo, avevo amici e conoscenti che l’avevano già fatto, chi a piedi e chi in bicicletta. Era una idea che mi frullava in testa da un po’ e così, con alcuni amici, abbiamo cominciato a programmare il percorso e le tappe. E siamo partiti».

guido

Guido Bodini, Maurizio Fioretti e Giovanni Valsecchi

Zaino in spalla, poche, essenziali cose «come dovrebbe essere nella vita: solo ciò che serve ed è importante perché il resto fa volume e poi per camminare più leggeri». Un mese tra scenari bellissimi, paesaggi suggestivi, fatica, qualche volta sconforto, ma anche energia pura. «Ogni giorno si camminava per ore, seguendo la freccia gialla e la conchiglia, i simboli che ti indicano il percorso; si dormiva dove capitava, si mangiava quel che c’era, incontrando tantissime persone. E poi si ripartiva».

Camminando fino alla meta, la cattedrale della città spagnola, dove secondo la tradizione cattolica si trovano le spoglie di San Giacomo.

«L’arrivo ogni volta è una sensazione bellissima, di pace, di sollievo e di commozione. Ripercorri il viaggio che ti ha portato fin lì, i pensieri che ti hanno attraversato, le emozioni, forti ed intense. È la magia del Cammino». Che una volta provata non ti lascia più e anche per Guido, dopo la prima volta, ne arrivano altre cinque, l’ultima poco meno di un mese fa.

«A fine aprile sono partito con i soliti compagni di viaggio, Maurizio Fioretti e Giovanni Valsecchi. Doveva venire anche Colomba Ceruti, il gruppo solitamente è questo, ma purtroppo non è potuta partire con noi. Questa volta abbiamo scelto il Cammino portoghese della Costa. Si arriva a Santiago de Compostela dal versante lusitano lungo la costa del nord». Quasi venti chilometri di media tutti i giorni, per due settimane, tra passerelle di legno, dune di sabbia, boschi, villaggi di pescatori e naturalmente l’immensità dell’oceano.

«Uno spettacolo unico, un percorso forse meno famoso, ma che come sempre ripaga della fatica. Che ormai, vista l’età, comincia a farsi sentire, ecco perché abbiamo scelto un Cammino più corto. Ma nonostante i giorni faticosi, il maltempo, la mancanza dei tuoi cari, quando sei lì, in viaggio, è come se ti spingesse una forza che non pensavi di avere».

E poi il momento tanto atteso, l’arrivo alla cattedrale. «Impagabile, quando l’ho vista in tutto il suo splendore, nonostante la pioggia, ho pensato: anche stavolta ce l’ho fatta. E come sempre ne è valsa la pena». Un pensiero alla famiglia, ai sei nipoti e una dedica davvero speciale.

«Ho perso mio fratello Franco nel marzo del 2023, di lì a poco sarei partito per il Cammino di San Benedetto. Avevo fatto fare una maglietta con la sua fotografia e me la sono infilata all’arrivo a Montecassino; l’ho portata anche stavolta, perché questo Cammino l’ho proprio dedicato a lui. All’arrivo, infatti, come ogni pellegrino, ho ricevuto la Compostela, il documento ufficiale che attesta l’avvenuto pellegrinaggio. Oltre al mio nome ho fatto mettere anche il suo. Ho infilato la maglietta e sono arrivato davanti alla cattedrale. È come se avessimo camminato insieme, ancora una volta, tra ricordi ed emozioni. Ritrovandoci vicini, senza esserci mai lasciati».

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