Addio a Fabrizio Clerici, ex bomber di razza

CREMONA - Addio a Fabrizio Clerici, 60 anni, di San Felice. Il suo nome è stato a lungo legato al mondo del calcio dilettanti, negli anni ’80 e ’90. Un ragazzo esemplare, un campione in uno sport che gli ha dato molto e dal quale, per le sue doti tecniche e le sue capacità, avrebbe potuto avere anche molto di più. Un attaccante di razza, con un destro fulminante, uno scatto perentorio, una tecnica da fuoriclasse. E uno stacco perentorio, nonostante non fosse un gigante.

Un nome che spostava gli equilibri in campo, anche nei tornei notturni, quando ancora le estati in provincia erano scandite dalla serate sui campi a sei o a sette. Clerici aveva giocato fino a 32 anni, quando — dopo tanti anni divisi tra lavoro, famiglia (era molto legato anche al fratello, suo primo tifoso) e allenamenti — aveva deciso di dire stop, dopo oltre 200 gol in carriera (i primi da giovanissimo nell’Aurora di Grontardo). La Leoncelli di Vescovato in quel momento aveva perso il suo attaccante più forte, il calcio provinciale uno dei suoi protagonisti più in vista.

«È stata una scelta di vita — aveva dichiarato al giornale La Provincia —. Con due bambine, di 3 e 1 anno, è difficile riuscire a conciliare tutti gli impegni. Era da un po’ di tempo che meditavo questa decisione. Tra partite e allenamenti non ce la facevo più». In quel momento si era a metà stagione, la sua decisione colse tutti di sorpresa. «Me ne rendo conto, anche se in casa mia non è stato così — aveva detto — . È la vita che gira, questa è la storia».

L’album dei suoi ricordi era infinito, lui ne ricordava uno in particolare: «Ce ne sono tanti — aveva raccontato —, in particolare il campionato vinto con la Leoncelli alla fine degli anni ’80. Dalla Prima alla Promozione. Una grande soddisfazione. Il mio gol più bello? La rovesciata al Brescialat. Rimpianti particolari? Nessuno, davvero. Ho avuto molto dal calcio, di più non potevo chiedere». Venerdì alle 10,30 i funerali, nella chiesa parrocchiale di S. Felice.

L'ultimo saluto a Sonia: «Voglio pensare che ancora vivi e ancora sorridi»

Familiari, colleghi e amici uniti nel ricordo dell’infermiera dell’ospedale deceduta tragicamente in un incidente stradale