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TAGLI AI FONDI DELLE PROVINCE

Strade, Virgilio: «È fantapolitica. Cancellate risorse vitali»

Stanziamenti per le manutenzioni ridotti del 70%: dopo l’allarme di Mariani, sindaci ‘a rapporto’. Bergamaschi: «Pagano i cittadini». E Bongiovanni: «Giusto segnalare, ma il ministero troverà la soluzione»

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

26 Maggio 2025 - 05:30

Strade, anche Virgilio si arrabbia: «Cancellate risorse vitali»

CREMONA -  All’allarme lanciato dal presidente della Provincia Roberto Mariani fa eco il sindaco Andrea Virgilio: il taglio del 70% ai fondi destinati alla manutenzione delle strade provinciali, che per il nostro territorio significherà quasi 5 milioni di euro in meno in quattro anni, spaventa. E fa rabbia. Perché per sistemare voragini e dislivelli che si incontrano un po’ in tutto il Cremonese, così come nel Cremasco e nel Casalasco, di milioni ne servirebbero almeno 55. Così dice l’ultima ricognizione redatta proprio dai tecnici della Provincia. 

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Il sindaco Andrea Virgilio e il presidente Roberto Mariani

Del tema si parlerà anche nei prossimi giorni, quando Mariani, che guida anche l’amministrazione di Stagno Lombardo, ha chiamato ‘a rapporto’ tutti i sindaci per informarli sul da farsi: dovranno essere riviste le priorità, calcolando che per il biennio 2025/2026 verranno a mancare (salvo dietrofront governativi) ben 2,6 milioni di euro. Intanto Virgilio si fa a sua volta portavoce dei timori: «Condivido le preoccupazioni del presidente della Provincia Mariani. Comuni, Province e anche una parte del mondo imprenditoriale sono giustamente in allarme per i tagli del Governo ai fondi destinati alle strade provinciali. La Legge di bilancio e il Milleproroghe hanno infatti cancellato risorse vitali per la manutenzione delle infrastrutture locali. Le Province, in particolare, sono state lasciate completamente a secco. La stessa Ance Lombardia lancia l’allarme, sottolineando che la nostra regione è tra le più penalizzate d’Italia. E il paradosso? Un ministro leghista, anzi il capo della Lega, che invece di difendere i territori del Nord, taglia i fondi alle strade lombarde per dirottarli sul ponte sullo stretto. Se ce l’avessero detto vent’anni fa, avremmo parlato di fantapolitica. Oggi, invece, è la realtà».

Proprio Ance Lombardia, tramite il suo presidente Tiziano Pavoni, conferma: «I tagli mettono a rischio la possibilità per le Province di garantire la manutenzione su oltre 10mila chilometri di rete stradale, compromettendo la sicurezza della circolazione e la programmazione di interventi già approvati. Questa situazione può avere conseguenze molto pesanti per il sistema infrastrutturale lombardo. La rete stradale provinciale è fondamentale per i collegamenti tra i territori e per il funzionamento del sistema produttivo regionale e nazionale. Ridurre le risorse del 70% nel biennio significa non solo mettere a rischio l’efficienza delle infrastrutture, ma anche aumentare i costi futuri, quando sarà inevitabile intervenire con opere più onerose per riportarle in condizioni adeguate. Con poco più di 80 milioni complessivi per i prossimi quattro anni – conclude – sarà estremamente difficile garantire la sicurezza e la piena operatività della rete stradale».

Nel mirino di tutti finisce dunque il vice premier Matteo Salvini, che però a margine di un sopralluogo in Liguria ha provato a smentire almeno in parte: «Il ponte sullo stretto non c’entra un fico secco, bisognerebbe sapere quello di cui si parla. Una parte di quei soldi arriverà a Genova per i maggiori costi, anche per il terzo valico. Detto questo – è la promessa –, faremo il possibile per recuperare tutta la somma. Conto di farlo in manovra di bilancio». Intanto, proprio sul tavolo di Salvini, sono arrivate interrogazioni sul tema. Come quella del senatore Antonio De Poli (Udc): «Ho chiesto al ministro di convocare un tavolo con i rappresentanti istituzionali delle Province per individuare una soluzione alternativa e condivisa rispetto a quella della riduzione dei trasferimenti statali per gli interventi sulle infrastrutture stradali». Stessa richiesta è arrivata dall’Upi (Unione Province d’Italia) che la scorsa settimana ha raccolto gli appelli dei presidenti, Mariani compreso.

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I sindaci Bergamaschi e Bongiovanni

I SINDACI DI CREMA E CASALMAGGIORE

di Stefano Sagrestano

Filippo Bongiovanni, sindaco di Casalmaggiore, invita a restare in attesa dei prossimi sviluppi della vicenda. «I tagli sono a carico delle Province e erano previsti da molto – ammette l’esponente della Lega –: siamo comunque fiduciosi che dal ministero delle Finanze trovino il sistema per recuperare questi fondi. Giusto preoccuparsi e segnalare, come ha deciso di fare il presidente provinciale Roberto Mariani, perché la questione è seria, certo è un taglio importante».

Il sindaco di Crema Fabio Bergamaschi conferma «le enormi difficoltà per gli enti locali», facendo riferimento anche ai 132mila euro di tagli del fondi di solidarietà di cui dovrà dunque fare a meno il Comune e ad altri 155mila euro di contenimento della spesa. «Siamo gli enti più prossimi ai cittadini e ai loro bisogni — aggiunge il sindaco — ed è ora di finirla di scaricare su di noi le difficoltà del bilancio nazionale. Lo sa bene chiunque amministra. Far quadrare i conti non è facile, per nessuno, anche per il governo, ma ciò non giustifica questo metodo». A cascata ciò causa problemi a vari settori, in primis l’assistenza sociale. «Sono voci di bilancio che sono incomprimibili – prosegue Bergamaschi –: non posso che condividere l’appello del presidente Mariani. Noi facciamo il possibile con operazioni di razionalizzazione della spesa, ma i margini di manovra sono ridotti e l’aumento del gettito dell’addizionale comunale Irpef che registriamo a Crema, non basta a bilanciare i tagli del governo»

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Commenti all'articolo

  • cordamolle

    26 Maggio 2025 - 09:01

    Virgilio si lamenta. Invece di buttare milioni in ciclabili inutili e pericolose,riparavi le buche

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