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IL CASO

Botte all’amministratore di sostegno: «Ha distrutto il mio ufficio, voleva i soldi»

La vittima è un avvocato: al suo fianco si costituisce parte civile l’Ordine. Il racconto

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

24 Maggio 2025 - 08:13

Botte all’amministratore di sostegno:  «Ha distrutto il mio ufficio, voleva i soldi»

Il tribunale di Cremona

CREMONA - Una lettera di scuse all’avvocato, suo amministratore di sostegno, che ha preso a calci e pugni nello studio legale, e all’Ordine degli avvocati, che – è un inedito — si è costituito parte civile nel processo «per testimoniare vicinanza al collega vittima dell’aggressione e per affermare il ripudio di ogni forma di intimidazione nei confronti degli avvocati».

La lettera a firma dell’imputato, un 39enne di Cremona difeso dall’avvocato Andrea Polara, da ieri è agli atti del processo che lo vede accusato di lesioni — una lesione al timpano dell’avvocato —, danneggiamento, violazione di domicilio e, novità, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, riconoscendo, quindi, il ruolo di pubblico ufficiale dell’amministratore di sostegno. Non solo la lettera. Ci sono in corso trattative per un risarcimento del danno. L’Ordine degli avvocati, presieduto da Alessio Romanelli, è parte civile con l’avvocato Isabella Cantalupo.

trio

Il legale aggredito, parte civile attraverso il collega Giampaolo Bellini, è tornato alla mattina del 13 marzo di un anno fa, mercoledì. Il suo studio è in piazza Marconi, civico 15, secondo cortile interno di un palazzo, piano terra: una porta di legno, aperta a metà (un’anta sì, l’altra no), due porte a vetri, la sala di ingresso e la stanza del legale. Il suo amministrato «aveva l’abitudine di chiedermi somme importanti di denaro che io non potevo, non volevo e non dovevo dargli, perché di importo superiore. E me le chiedeva con motivazioni generiche. Le richieste erano sempre più insistenti».

Uno o due giorni prima, l’uomo si era presentato in banca. Pretendeva denaro, aveva dato in escandescenze e scaraventato a terra una piantina. Era stato lanciato l’Sos alle forze dell’ordine. Dopo averlo calmato, lo avevano salutato: «Sì, però non faccia più così». Il violento si era fatto vivo con l’avvocato, mandandogli - 10 messaggi audio minacciosi (sono stati acquisiti dal giudice).«Mi aveva minacciato di venire il giorno successivo in studio: io ero via per altri impegni, lui non è venuto». Ci è andato intorno alle 11 di mercoledì.

«Io ero impegnato con una persona, l’agente territoriale di Tim (testimone, ndr). Avevo appena finito di parlare, quando ho sentito un rumore improvviso, fortissimo alla porta di vetro. Non ho visto chi c’era». Era il cliente carico di rabbia e violenza. Ha spaccato la porta. «Ho preso il telefono. Ho provato a chiamare qualcuno, me lo ha buttato per terra. Ho tentato di convincerlo ad andare in banca, ma solo per farlo uscire dallo studio. Mi ha detto: ‘Sono già andato in banca e mi hanno detto che le somme devi darmele tu’».

L’avvocato ha telefonato in banca: «‘Sono...’. ‘Devo chiamare la forza pubblica?’ ‘’. Cosa che hanno fatto». In banca avevano capito al volo la situazione, visto il putiferio scatenato il giorno prima dal cliente.

Anche l’agente territoriale della Tim, uscito dallo studio, aveva aveva chiamato il 112. «All’esterno dello studio c’era una persona molto agitata, l’abbiamo identificata (l’imputato, ndr)», ha spiegato il carabiniere della Radiomobile intervenuto alle 10.55 in piazza Marconi «Sono entrato nello studio. L’avvocato diceva di essere stato aggredito da un suo assistito. Aveva segni sul viso. Era agitato, lo era anche il suo cliente. Il vetro della porta di ingresso era infranto. Lo studio era ribaltato: pc e fascicolo a terra. C’era molto disordine. Abbiamo chiesto l’ambulanza». Quel mercoledì, l’avvocato fu portato al Pronto soccorso. Si tornerà in aula il 17 ottobre prossimo.

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