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CREMONA

Atti persecutori, condannata la vicina che tormentava una 69enne

Dopo dieci anni di insulti e molestie, il giudice ha riconosciuto la responsabilità della donna. La vittima ottiene 7 mila euro di risarcimento e giustizia per le vessazioni subite

Francesco Gottardi

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fgottardi@cremonaonline.it

23 Maggio 2025 - 19:40

Atti persecutori, condannata la vicina che tormentava una 69enne

Il tribunale di Cremona

CREMONA - «Curava ogni nostro spostamento, era convinta che fossimo il male, ci insultava costantemente». Una persecuzione durata dieci anni, fino a oggi. In aula il giudice ha infatti pronunciato la sentenza di condanna a due anni (e 7mila euro di risarcimento) per la donna accusata di atti persecutori dalla vicina di casa Giuseppina (nome di fantasia, ndr). La vittima, una 69enne costituitasi parte civile con l’avvocato Luca Curatti, aveva raccontato nella precedente udienza di anni di vessazioni e accuse subite a partire dal 2015 dalla vicina che conosceva da anni. Oggi a confermare la versione della donna sono stati ascoltati la figlia della vittima, una vicina di casa e gli uomini dell’Arma intervenuti a più riprese. Per anni «ad ogni incontro questa signora – ha raccontato la figlia della vittima – ci faceva il segno delle corna, mimava lo sputo e ci insultava: ‘Put***a’, ‘Streghe, mi avete fatto il malocchio con il bicarbonato’. E poi urlava in casa, sbatteva le sedie sopra la stanza in cui ci trovavamo».

Una convivenza ai limiti dell’intollerabile con quella che era stata una buona vicina per la coppia di ultrasessantenni. Le persecuzioni non si sono interrotte nemmeno quando il signor Mario, scomparso lo scorso novembre, si è ammalato. «Anche se stava male – ha ricordato la figlia – accompagnava mia madre in chiesa quando voleva uscire perché lei non se la sentiva da sola».

A spiegare l’improvviso mutamento nei rapporti è stata Rosa, un’altra vicina. «Il figlio dell’imputata è cresciuto con mia figlia, spesso stava a casa nostra a mangiare. Per anni i rapporti sono stati cordiali ma quando il marito della signora se ne è andato di casa è cambiato tutto. Lei si è fatta più scontrosa, aggressiva. Ha cominciato a raccontare quelle storie sulle maldicenze, sulla magia nera». Quanto alla vittima: «Giuseppina la conosco da sempre, lei è una donna casa e chiesa e si è lasciata spaventare da questa vicina. Mi chiedeva di guardarla da casa mia quando usciva».

E nonostante i dieci esposti in dieci anni la situazione è cambiata pochissimo: «Dopo la prima udienza mia madre – ha spiegato la figlia – ha notato che gli insulti sono diminuiti, la situazione si è calmata un po’. Però capita ancora che lei la segua, le corna e lo sputo li fa sempre quando ci vede».

Nonostante l’intervento delle forze dell’ordine e assistenti sociali la cinquantenne «ha sempre rifiutato – ha dichiarato un carabiniere – qualsiasi consiglio, che fosse di rivolgersi a uno psicologo o di considerare l’ipotesi di spostarsi in un altro alloggio».

Prima della sentenza è stata ascoltata anche l’imputata, rappresentata dall’avvocato Massimo Tabaglio, che ha raccontato la sua versione: «Loro mettevano in giro voci sul mio conto. Ma io non le parlo da 21 anni, sentivo però che parlava al telefono con tante persone, parlava male di me. Hanno messo il filo di ferro, disegnato cerchi magici sulla mia porta. L’ho capito quando mi sono informata, prima su internet e poi mi sono rivolta a un’esorcista». La donna ha anche ammesso parte dei comportamenti contestati: «Si io faccio il gesto delle corna quando le vedo per tenere il malocchio lontano da me».

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