L'ANALISI
23 Maggio 2025 - 05:10
CASALMAGGIORE - All’ospedale Oglio Po l’interruzione volontaria di gravidanza non viene più praticata. È quanto emerge dagli ultimi dati regionali diffusi a maggio 2025, secondo cui la struttura registra il 100% di obiezione di coscienza tra i ginecologi. Una situazione che non nasce oggi, ma affonda le radici almeno a dodici anni fa. Attualmente, l’Oglio Po è uno dei cinque ospedali lombardi dove non è possibile effettuare l’Ivg a causa dell’obiezione totale. Gli altri sono Gardone Val Trompia, Iseo, Saronno e Asola, quest’ultimo supportato da personale esterno. Secondo la rilevazione della consigliera regionale del Pd Paola Bocci, in Lombardia solo 45 strutture ospedaliere offrono il servizio, contro le 50 del 2023. Un ospedale su quattro supera il 70% di medici obiettori, e in diverse strutture si tocca l’80%.
Nel frattempo, l’accesso all’aborto farmacologico con la pillola Ru486 cresce, ma in modo disomogeneo. In alcune province, come Lodi, il metodo è largamente usato (74%), mentre in altre – tra cui Milano città metropolitana – resta sotto il 50%. Solo un consultorio pubblico in tutta la regione, quello di via Pace a Milano, eroga direttamente il trattamento farmacologico. Secondo Bocci, è necessario un Osservatorio regionale sull’attuazione della legge 194, e una rete uniforme che garantisca l’Ivg in ogni presidio ospedaliero, senza discontinuità legate al territorio o alla disponibilità del personale. Questa necessità era già emersa con forza nel 2013, quando Gloria Barili, allora consigliera comunale e segretaria del circolo ‘Rive Gauche’, denunciava pubblicamente la sospensione del servizio all’Oglio Po. «Dall’inizio dell’anno – affermava – non si pratica più l’interruzione volontaria della gravidanza. La legge 194 non viene più applicata». Barili sottolineava anche il rischio che le donne, spesso molto giovani e seguite dai consultori, si trovassero costrette a rivolgersi ad altre città.
Da parte di Asst emerge che Asst di Cremona garantisce il diritto delle donne secondo le disposizioni di legge. L’UO di Ostetricia e ginecologia è aziendale e l’Asst di Cremona è caratterizzata da due presidi ospedalieri (Cremona e Oglio Po) che lavorano in sinergia con i servizi territoriali, nello specifico con i consultori. Il percorso di informazione e sostegno alla donna in tutte le fasi della gravidanza è unico e coinvolge gli ospedali e consultori sia a Cremona che Casalmaggiore. Il rapporto medici obiettori e non obiettori è del 50%, anche questo fatto garantisce una risposta più che adeguata alle esigenze del territorio nei tempi previsti dalla norma. Asst ricorda poi che le interruzioni di gravidanza sono garantite a Cremona con una seduta chirurgica settimanale. A Casalmaggiore le donne possono rivolgersi al il consultorio pubblico che si trova nella Casa di comunità che segue ogni fase della gravidanza prima, durante e dopo, attraverso informazioni, visite ginecologiche con ecografia, consulenze, supporto psicologico e certificazioni. In sintesi le donne che si rivolgono all’Asst vedono garantiti i loro diritti e hanno la possibilità di compiere scelte consapevoli con il supporto e nei tempi previsti dalla legge.
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