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CREMONA. NELLA AULE DI GIUSTIZIA

Stalking, «Annientata come donna» e adesso spunta anche l’estorsione

A processo un 51enne: denunciato dalla ex moglie dopo 24 anni di matrimonio

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

22 Maggio 2025 - 20:49

Stalking, «Annientata come donna» e adesso spunta anche l’estorsione

CREMONA - Ventiquattro anni di matrimonio, la separazione giudiziale chiesta dalla moglie che gli ha dato tre figli, una condanna per non aver passato gli alimenti. E, adesso, il processo per stalking — appostamenti sotto casa, inseguimenti in auto, minacce di morte — ma la sua posizione potrebbe aggravarsi con la possibile contestazione del reato di estorsione.

Sul banco degli imputati c’è un operaio di 51 anni, pugliese di origine. Da alcuni mesi è in carcere: ha violato una serie di misure, a cominciare dal divieto di avvicinarsi all’ex moglie e di contattarla anche attraverso i social: Facebook, Instagram e Tik-Tok. Lui lo ha fatto. È finito dentro.

«Nei ventiquattro anni di matrimonio mi ha sempre annientato come donna. ‘Non vali niente senza di me’. Mi ha insultata. La violenza psicologica è peggio di uno schiaffo», si sfoga Roberta (nome di fantasia), 47 anni dopo aver testimoniato al processo, nel quale si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Elena Guerreschi.

A febbraio del 2023 ha lasciato definitivamente il marito. «Poi lui è venuto a conoscenza della mia nuova relazione, era molto geloso...». Aula penale, 13 di oggi. ‘Lui’ è seduto al banco degli imputati, accanto al difensore Paolo Rossi. Lei, dietro al paravento, spiega perché a giugno del 2023 ai carabinieri ha querelato il marito. Lo aveva già denunciato nel 2022, quando, cominciata la causa di separazione, con la figlia più piccola, era andata in una casa rifugio (già durante il matrimonio si era presa un pugno in faccia ed era andata al Pronto soccorso). In estate, Roberta aveva rimesso la querela, dando una chance al marito. Inutile.

Febbraio del 2023. La moglie lascia definitivamente la casa coniugale, si mette poi con un altro uomo e da lì iniziano le persecuzioni. Racconta dell’ex marito che ad aprile si presenta sotto casa, si attacca al citofono, ma lei non gli apre. Lui prende a calci il cancello, prova a scardinarlo. «Mi sono affacciata sul balcone. ‘Sei una p..., stai attenta che ti uccido’». Lui lo fa altre volte, a giugno: «Te la farò pagare, se non vivo bene io, non farò vivere bene neanche te, mi hai rovinato la vita. Ti ammazzo, vado giù (in Puglia, ndr), mi metto a vendere droga, andrò in carcere, ma quando esco, poi torno e te la faccio pagare, sei una p..., sei un diavolo». Un’altra volta: «Aprite, bastardi, ucciderò te e quel pezzo di ... (il compagno, ndr)». E sempre a giugno, attraverso il suo profilo Facebook, l’ex marito minaccia Roberta e il suo compagno: «Arriverà il momento in cui ognuno avrà quello che si merita».

La donna racconta un altro episodio. Il 4 ottobre l’ex marito l’ha inseguita in auto. «Mi ha fatto gli abbaglianti». Le era talmente addosso «che ho accostato. Lui ha aperto la portiera, mi ha afferrato per un braccio, mi ha insultata: ‘Sei un pezzo di..., mi hai rovinato la vita, non ti perdonerò mai, ti ucciderò, ma prima di uccidere te, ucciderò lui, non avete posto in cui nascondervi’». C’è, poi, un altro inseguimento con lui che accelerava e le tagliava la strada. «Sono riuscita a chiudermi in auto, lui dava i pugni». La donna spiega il suo stato d’ansia: «Ho messo il lucchetto al cancello, non riuscivo più a dormire». Le sedute dalla psicologa, la collega che la riaccompagna a casa. «In qualche occasione sono andato io a prenderla. Lei aveva cambiato le sue abitudini di vita, aveva molta più paura ad uscire, ad andare al lavoro», conferma il compagno.

Roberta gli ha riferito «le persecuzioni». Su un foglietto il compagno si è annotato date e fatti. «L’11 ottobre del 2023 - spiega —, al mattino ricevo due telefonate da lui. Non aveva casa, mi chiedeva soldi. Nella prima telefonata gli ho detto di no, nella seconda, ho ceduto, perché mi ha detto che se non glieli davo io, li avrebbe chiesti a lei. Con la minaccia: ‘Ricordati che se ti faccio del male, te lo faccio veramente a te e a lei’». Raccontata così, è estorsione. L’imputato si difenderà il 26 giugno.

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