L'ANALISI
22 Maggio 2025 - 05:20
CREMONA - Un impatto economico che in Italia sfiora i 10 miliardi di euro, con un incremento di oltre il 76% tra il 2023 e il 2024. Stiamo parlando del cicloturismo, uno dei fenomeni più dinamici e promettenti del turismo italiano secondo il rapporto ‘Viaggiare con la bici 2025’ curato da Isnart-Legambiente. La rivoluzione in atto, con risvolti positivi per i territori e per gli operatori del settore, tocca anche Cremona e il Cremonese. Che non si sono fatti cogliere impreparati considerando che, stando al report ‘Ecosistema urbano’ stilato da Il Sole 24 ore, la nostra città è al terzo posto in Italia per rete di piste ciclabili. Nello specifico: 36,15 metri equivalenti ogni 100 abitanti.
«È un settore in costante crescita e registriamo anche una grande e importante consapevolezza da parte degli operatori di settore – conferma l’assessore al Turismo, Luca Burgazzi –. Con Visit Cremona abbiamo effettuato una ‘bollinatura’ dei cosiddetti bike-hotel, ovvero strutture ricettive che offrono servizi a tema ai turisti, e si tratta di un tipo di formazione molto apprezzato. L’interesse sul cicloturismo lo abbiamo riscontrato anche alle fiere settoriali alle quali abbiamo iniziato a partecipare, l’ultima circa un mese fa a Bologna. Il nostro territorio ha un vantaggio: a livello infrastrutturale è facile da percorrere, perché totalmente in pianura e con percorsi asfaltati. Quindi adattato anche alle famiglie e ai non allenati. Anche per questo i numeri crescono».
Filippo Bonali, ingegnere dell’area tecnica Fiab ed esperto promotore della mobilità ciclistica anche attraverso il gruppo Beega, sottolinea che l’attenzione al settore è in salita dal periodo post Covid. «I turisti apprezzano sempre più questo modo di visitare i territori, anche perché sono alla ricerca di spazi all’aperto e ambienti tranquilli – spiega –: pedalare consente di fare sport, di stare in compagnia e di vedere in un modo diverso. E da vedere noi abbiamo la città, ma anche il Po e i borghi. Registriamo una fetta consistente di cicloturisti stranieri, in arrivo per lo più dai Paesi dove questo ambito è già molto sviluppato. Penso al Nord-Europa in primis, ma anche agli americani».
Alla Fiera del cicloturismo a Bologna, già citata da Burgazzi, era presente anche Bonali: «Cremona ha partecipato per la prima volta e abbiamo fatto un’ottima figura. Il nostro territorio, tra l’altro, è facilmente raggiungibile e di passaggio per arrivare a diverse mete più conosciute».
Fino a qui i lati positivi. Ma cosa c’è ancora da migliorare? Bonali spiega che molto si può fare a livello di «alfabetizzazione» degli operatori di settore: «Vero che c’è stato un cambio di passo, ma le strutture bike-friendly devono crescere. Può essere potenziata anche la cartellonistica ed è importante che i progetti siano coordinati, per non creare confusione anche tra i percorsi ciclabili. Un altro aspetto da migliorare è quello relativo alle competenze, penso ad esempio all’annoso problema delle manutenzioni delle piste: il taglio dell’erba sui percorsi arginali resta un tema complesso». In città secondo Bonali tantissimo è stato fatto, ma restano due punti critici: «Il parcheggio selvaggio all’imbocco del Lungo Po Europa sotto al ponte, che non protegge il corridoio ciclabile, e circa 50 metri rovinati dalle radici delle siepi dopo il Flora». Circa lo scambio treno-bici, invece, Bonali dice che i collegamenti ci sono e i servizi sono migliorati. Finalmente Trenord ha anche tolto il sovrapprezzo (era 3 euro) per chi sale sul convoglio con la propria amica a due ruote.
CREMA A DUE RUOTE: L’OSCAR PER MOTORE
di Dario Dolci
La città è sempre più meta di turisti, soprattutto stranieri. Turisti che si muovono con biciclette a noleggio, per andare a visitare i luoghi nei quali sono state girate le riprese del film da premio Oscar, ‘Call me by your name’. Considerati gli oltre 26mila ingressi all’anno che si verificano all’Info point della Pro loco, in piazza Duomo, favorire la mobilità dolce è uno degli obiettivi per sostenere il turismo. Il richiamo del film è ancora fortissimo. La stragrande maggioranza dei visitatori viene per questo motivo. La Pro loco e gli amministratori, però, ragionano in un’ottica più ampia, per cercare di far capire che il territorio cremasco offre anche molto altro e stanno lavorando per questo.
All’interno della convenzione firmata lo scorso anno con il Comune per il servizio di bike sharing, c’era la clausola che la Pro loco si impegnava a mettere a disposizione una cartina delle ciclabili interne e esterne alla città, per favorire appunto il cicloturismo. La mappa, che si chiama ‘Crema e dintorni, piste ciclabili’ è già disponibile e utilizzabile tramite un QR Code. Da un lato, indica come muoversi in città, i vari punti di noleggio, i luoghi di interesse e le direttrici da prendere per uscire all’esterno, nel circondario. Dall’altro, indica come raggiungere i paesi del Cremasco muovendosi su piste ciclabili e quindi in sicurezza.
L’obiettivo della Pro loco è anche quello di far conoscere aspetti che non sono noti al grande pubblico, ma che hanno un valore storico culturale importante e che potrebbero costituire un motivo ulteriore di richiamo. Nel Cremasco, ad esempio, ci sono 50 ville storiche, dimore nobiliari disseminate tra la città e il territorio. Potrebbe essere un qualcosa che si aggiunge alla proposta turistica e che faccia evolvere l’attrattività in una direzione che non sia sempre quella del film. La Pro loco sta ragionando su questa linea per valorizzare un patrimonio che vada oltre la proposta attuale.
Il tema dell’ampliamento delle reti ciclabili si lega a queste iniziative. La società partecipata Consorzio.it sta redigendo i progetti per collegare le piste già esistenti. Il lavoro viene svolto per conto dei Comuni, che possono quindi partecipare a bandi per finanziare i loro nuovi tratti. Si tratta di un progetto per 80 chilometri complessivi di nuove ciclabili nel Cremasco, che andranno a raccordare i 95 già esistenti e formeranno dunque una rete di notevole estensione, finalizzata a favorire la mobilità sostenibile. In totale, stiamo parlando di 74 tratti, che riguardano praticamente tutti i Comuni dell’Area omogenea e che hanno una lunghezza che va da poche decine di metri a un massimo di sei chilometri e mezzo. L’obiettivo ambizioso al quale sta lavorando Consorzio.it è quello di unire i tracciati che conducono a Crema, ma anche di raccordarli con le ciclabili regionali che ruotano attorno.
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