L'ANALISI
20 Maggio 2025 - 20:30
CREMONA - Nuova sessione di audizioni, oggi, in Ufficio di presidenza in sede di Commissione per decidere come impiegare i fondi del risarcimento Tamoil. I capogruppo degli schieramenti in Consiglio comunale stanno lavorando per valutare i progetti proposti e ascoltare i pareri tecnici di esperti in materia. Oggi è stato il turno di Alessio Romanelli, il legale che ha rappresentato il Comune di Cremona nel corso del processo contro Tamoil per danno d’immagine e danno patrimoniale. E proprio dal merito dei risarcimenti ottenuti dal Comune è partito Romanelli nella sua relazione, prima di rispondere alle domande dei consiglieri. «Ci tengo a specificare che per il danno ambientale, lo sancisce la legge, può procedere solo il Ministero preposto e non le singole amministrazioni».
E un processo che vede proprio il Ministero dell’ambiente impegnato in una causa con Tamoil è in corso proprio in questi mesi: «Sulle tempistiche è difficile immaginare scadenze certe. Nel giro di un anno, due se si dovesse procedere con una perizia, si potrebbe arrivare a sentenza». Un traguardo che la città attende con ansia dato che, stando alla richiesta del Ministero, cui il Comune di Cremona si è associato ad adiuvandum, il risarcimento richiesto è di 5 milioni di euro. Soldi che si andrebbero a sommare al ‘tesoretto’ già a disposizione dell’amministrazione ma con una differenza.
«Per il danno di immagine e per quello patrimoniale non c’è una destinazione d’uso definita a priori per i fondi, in questo caso è il Comune di Cremona che ha scelto di vincolare quel denaro a interventi ambientali. Nel caso del risarcimento per danno ambientale invece è il ripristino pre-contaminazione, pertanto sappiamo che quelle risorse dovrebbero essere impiegate sul territorio cremonese, in particolare sulle aree esterne all’ex raffineria». Per le aree interne invece è il privato, in questo caso Tamoil, a dover effettuare la bonifica ma può avvalersi di una proroga fintanto che il sito resta attivo.
Poi sono stati sentiti, su richiesta della consigliera Maria Vittoria Ceraso, l’ingegnere e direttrice del settore Area vasta, ambiente e transizione ecologica Marina Venturi. Interrogata rispetto alla fattibilità del piano di riqualificazione di via Giordano la dirigente ha spiegato che «dal 2012 ad oggi c’è stata una riduzione del traffico nella via, da 23mila a 17mila veicoli al giorno» e che il piano realizzato nel 2016 «andrebbe oggi rivisto, anche a fronte dei costi aumentati almeno del 30%». Ceraso ha colto con una nota critica come «per anni ci è stato detto che non c’erano i fondi per togliere traffico e smog da via Giordano, ora ci si dice che non ci sono idee su come farlo».
«La città torni a guardare al Po come a una risorsa da valorizzare». Oggi l’Ufficio di presidenza in sede di commissione ha avuto modo di ascoltare una nuova proposta per l’utilizzo dei fondi del risarcimento Tamoil. Con il progetto ‘Percorso Natura Po’ la consigliera comunale Jane Alquati della Lega punta a recuperare le sponde del fiume e valorizzare il comparto delle Colonie Padane, «restituendo ai cittadini spazi naturali oggi inaccessibili e promuovendo un turismo sostenibile».
Un progetto che, come dichiarato da Alquati, «sceglie di investire nella sua identità fluviale e nella tutela del proprio patrimonio naturale, con uno sguardo rivolto alla sostenibilità e alla vivibilità urbana». La consigliera del Carroccio ha ricordato come «negli anni ’50, le rive del Grande fiume erano animate da spiagge fluviali frequentate da bagnanti e famiglie. Oggi, a causa del degrado e delle restrizioni, quel legame si è indebolito».
E proprio su questi due fronti, accessibilità e restrizioni, punta Alquati. Il progetto mira a riaprire in sicurezza questi luoghi, studiando soluzioni per un accesso controllato agli ‘spiaggioni’ «con la prospettiva di una possibile rimozione parziale del divieto di balneazione». Cuore dell’intervento è la creazione di un percorso ciclopedonale che collegherebbe le Colonie Padane all’area ex Capannina, integrato con il progetto Pnrr per la rinaturazione del Po. La proposta prevede anche la creazione di sentieri pedonali eco-compatibili, privi di barriere architettoniche e costruiti per garantire un’armonia con l’ambiente.
Oltre alla riqualificazione fisica delle sponde, il progetto prevede attività di educazione ambientale, «con visite guidate nelle aree naturali per scuole e cittadini». L’obiettivo è far riscoprire la biodiversità del fiume e promuovere un turismo lento, legato alla ciclabilità e al trekking, che possa arricchire l’offerta culturale di Cremona. «Se realizzato, il ‘Percorso Natura Po’ potrebbe ridisegnare il volto della città, rafforzando la sua identità fluviale e migliorando la qualità della vita e il benessere dei cittadini. Un investimento – ha concluso Alquati – che guarda alla sostenibilità, al benessere collettivo e a una nuova stagione di sviluppo per Cremona e il suo territorio».
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