Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMA

Caso Folcioni: Cabini censore, il Pd bacchetta le opposizioni

L’ex presidente della Fondazione San Domenico critica il siluramento di Lupo Pasini: «Grave l’assenza di un direttore, ora il ruolo non venga affidato a un consigliere». I dem: «Interferenze dal centrodestra inaccettabili»

Dario Dolci

Email:

redazione@laprovinciacr.it

18 Maggio 2025 - 16:46

Caso Folcioni: Cabini censore, il Pd bacchetta le opposizioni

Umberto Cabini e Manuela Piloni

CREMA - «Non riesco a credere che una scuola di musica, con 250 allievi, altrettante famiglie alle spalle e 18 insegnanti, per la prima volta dopo più di un secolo non abbia un direttore o coordinatore didattico che dir si voglia. Chi si interfaccerà con l’utenza e con il personale? Se questo ruolo fosse affidato a un membro del consiglio di amministrazione, sarebbe una cosa veramente grave. Il Cda ha un ruolo di indirizzo, non di gestione. Questo spetta a una persona esperta».

Il giorno dopo la notizia che a Alessandro Lupo Pasini, dopo 26 anni, non sarà rinnovato l’incarico di coordinatore didattico del civico istituto musicale Folcioni e che questa figura verrà soppressa, Umberto Cabini, già presidente della Fondazione San Domenico dal 2006 al 2012, interviene per esprimere il proprio disappunto. «Il Folcioni è molto più di una scuola di musica. È una quercia maestosa che si erge al centro della cultura della città. È nata nel 1911, ha saputo superare le ostilità del periodo fascista, spero non debba capitolare proprio ora».


Cabini aveva gestito l’inserimento del Folcioni all’interno della Fondazione San Domenico proprio durante la sua presidenza. «È entrato nel 2009, su sollecitazione del Comune, nonostante nelle finalità della Fondazione non ci fosse quella di avere una scuola di musica al suo interno. Il personale era tutto precario e andava stabilizzato, cosa che fu fatta. Il Comune si impegnò a garantire la stabilità economica. I dipendenti furono assunti, mentre l’unico che non venne stabilizzato fu Lupo Pasini. Il suo contratto come coordinatore didattico era triennale. La mia proposta all’epoca fu quella di indire un bando per quell’incarico, ma poi lasciai la presidenza e nessuno lo fece. Negli anni seguenti, gli insegnanti sono stati messi tutti a partita Iva, mentre a Lupo Pasini è stato fatto un contratto a tempo indeterminato».


Cabini non condivide il modo in cui il siluramento è avvenuto: «Lupo Pasini dice che il presidente Guido Giordana lo aveva avvisato già due mesi prima. Prima di comunicare questa cosa a un dipendente avrebbe dovuto passare dal Cda. Non basta aver consultato i consiglieri nei corridoi. Le decisioni si prendono in consiglio. Questo tipo di comportamento è da dilettante, proprio di chi non ha mai partecipato a un Cda».


L’ex presidente del San Domenico non comprende neppure la motivazione data a Lupo Pasini, che è di ordine economico: «Rispetto allo stipendio da docente, il musicista aveva un modesto extra per l’incarico di coordinatore. Non può essere questo il motivo. Una scuola che ha un importante ruolo sociale e che ha formato tanti musicisti non può non avere un referente didattico. Ribadisco: sarebbe inconcepibile e inaccettabile se questo ruolo fosse affidato a un consigliere». Il siluramento di Lupo Pasini è passato con i voti contrari di Giovanna Caravaggio, Alessandro Bologna, Beatrice Terni e Patrizia Piarulli e con l’astensione di Arwen Imperatori Antonucci. Cinque i voti favorevoli. «Credo sia stata commessa un’ingenuità – conclude Cabini – e mi spiace che la vicenda sia sfociata in polemica politica».

IL PD: «DAL CENTRODESTRA INTERFERENZE INACCETTABILI»

«Abbiamo di nuovo l’esempio di come il centrodestra intenda interferire nelle scelte che non gli competono — affermano Manuela Piloni e Cecilia Brambini, capogruppo e segretaria del Pd —. È successo con la vicenda del Folcioni e con la vergognosa intromissione della Lega rispetto al lavoro delle maestre. Atteggiamenti che come Pd non condividiamo poiché gli amministratori non sono i padroni degli enti che si confrontano all’interno dei loro organismi e non devono chiedere il permesso di decidere a nessuno».

E aggiungono: «Dichiarare che ‘lasciare il Folcioni senza guida significa completo disinteresse del futuro dell’istituto e degli studenti’ costituisce una deligittimazione nei confronti del cda e del suo presidente. Il centrosinistra non si permette di interferire nelle decisioni interne di Fondazioni autonome e tanto meno su decisioni che riguardano la gestione di attività culturali. È il centrodestra che sfacciatamente interferisce politicamente e tuona pubblicamente contro le scelte dell’ente senza averne né titolo né competenza. Ricordiamo allo smemorato centrodestra che oltretutto la maggioranza del cda del San Domenico è di associazioni ed enti privati, e solo tre membri sono di nomina pubblica».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400

Commenti all'articolo

  • Antonio Mazzatura

    19 Maggio 2025 - 09:24

    Una decisione scellerata da qualunque parte provenga resta comunque una decisione scellerata. Lasciare l'attività didattica del Folcioni senza un coordinamento è una vera stupidaggine e qualsiasi persona di buon senso dovrebbe opporsi. Che a farlo siano solo i rappresentanti di una parte politica secondo me svela l'interesse dell'altra parte nel gestire in modo occulto la cultura della città.

    Report

    Rispondi