L'ANALISI
15 Maggio 2025 - 05:30
CREMONA - Il blitz degli agenti di Polizia locale è scattato la notte del 24 aprile, ma i locali sanzionati — 16 in tutto tra caffè, lounge bar, ristoranti e pizzerie — hanno ricevuto i verbali soltanto nelle scorse ore. Ognuno dovrà saldare 454 euro per non avere messo in sicurezza i plateatici dopo l’orario di chiusura. Il regolamento comunale, infatti, impone di sgomberare i dehors alle 2 di notte e di provvedere a legare tavoli e sedie con catene e lucchetti. La norma è in vigore da diversi anni, ma — a quanto pare — non tutti si dimostrano rigorosi nell’applicarla.
L’obiettivo del regolamento è, evidentemente, quello di evitare che gli arredi esterni vengano spostati, vandalizzati o utilizzati impropriamente da persone non autorizzate: una misura di prevenzione indirizzata a garantire decoro e sicurezza nello spazio pubblico. Se nessuno dei multati eccepisce sulla legittimità del provvedimento («la norma è nota a tutti e va osservata con scrupolo» afferma Alessandro Lupi, portavoce degli esercenti di Confcommercio), tuttavia non pochi si dimostrano — per ricorrere all’eufemismo — parecchio seccati. I controlli a tappeto della Polizia locale, che ha passato al setaccio la zona del centro compresa fra corso Garibaldi e piazza Duomo, vengono bollati come un eccesso di zelo rispetto a un peccato che i più considerano «veniale». Un’esercente di piazza della Pace si è espressa via social senza troppi giri di parole: «Ricordiamo le aggressioni? I recenti problemi di ordine pubblico del centro storico? Ecco. Evidentemente chi di dovere è arrivato alla conclusione che la causa scatenante di questi episodi fossero i nostri plateatici non legati adeguatamente».
Tradotto: la categoria si aspetta blitz di ben altro tipo da parte della Polizia locale. «A quanto pare — prosegue la responsabile dell’attività a due passi dal Torrazzo — non è lo spaccio né la violenza il vero problema, ma siamo noi e i nostri tavoli, che paghiamo tutto l’anno compresi i giorni in cui ci vietano di utilizzarli per mercato o altre iniziative. A quanto pare noi siamo anche i responsabili della sicurezza del centro storico. A quanto pare è nostro compito preoccuparci della sicurezza pubblica, anche quando il nostro locale è chiuso. I criminali siamo noi, non i delinquenti. A pagare siamo noi, non loro. A loro non fate niente, a noi date le multe».
Parole di fuoco, che, oltre a denunciare lo stato di tensione tra gli esercenti del centro, mette a tema con schiettezza il problema sicurezza in tutte le sue declinazioni. Anche quelle che restano spesso implicite.
Comune ed esercenti si siederanno presto allo stesso tavolo per un confronto a tutto campo. Perché, alla vigilia della stagione della movida, la collaborazione fra istituzioni e locali pubblici è indispensabile per dare concretezza a quel diffuso adagio che reclama armonia tra il diritto al divertimento e il bisogno di sicurezza.
«L’incontro è stato richiesto dall’amministrazione, la data sarà ufficializzata nei prossimi giorni — annuncia Alessandro Lupi (nella foto), presidente di Fipe, organizzazione di categoria di Confcommercio —. Gli scambi con gli amministratori sono costanti e i temi da affrontare sono ampiamente condivisi».
Tuttavia, la raffica di multe recapitate ai titolari di 16 locali del centro a causa dei plateatici ‘fuorilegge’ rischia di innescare un incidente diplomatico. E le proteste non si sono fatte attendere. C’è chi sbotta: «Agli esercenti, già preoccupati per ciò che succede dentro e fuori dai loro locali, arriva in regalo il verbale con 454 euro. La legge non ammette ignoranza, ma il buon senso esiste ancora».
Lupi getta acqua sul fuoco: «Cremona non è abituata a confrontarsi con episodi violenti, perciò quello della sicurezza si rivela un argomento tanto difficile quanto delicato — dichiara —. Istituzioni, associazioni e singoli esercenti devono cooperare per trovare soluzioni percorribili. L’obiettivo è lavorare tutti in condizioni di sicurezza».
Sul ‘caso plateatici’, Lupi taglia corto: «La regola sui dehors esiste dal 2014 ed è stata riconfermata pochi anni fa — dice —. Sulla scorta di un preciso input ricevuto nel corso di un recente tavolo istituzionale, a inizio aprile come associazione avevamo sollecitato gli iscritti al rispetto della norma». Insomma: nessuna contestazione. Con una puntualizzazione: «Non si puniscano tutti per colpire i trasgressori — conclude Lupi —. Tengo a ribadire che la stragrande maggioranza lavora in maniera corretta». Cantava De André: «Non si risenta la gente per bene se non mi adatto a portar le catene».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris