Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA: MOZIONE ‘STRADE SICURE’

Stazione militarizzata, il fronte dei critici: «Vince la propaganda»

Le voci si sono alzate dal banco della maggioranza: «Non è la soluzione, continua a mancare l’impegno per la prevenzione»

Francesco Gottardi

Email:

fgottardi@cremonaonline.it

14 Maggio 2025 - 05:20

Stazione militarizzata, il fronte dei critici: «Vince la propaganda»

CREMONA - La mozione ‘Strade sicure’, approvata lunedì dal Consiglio comunale per richiedere l’intervento dei militari in città a tutela della sicurezza cittadina ha generato un ampio e polarizzante dibattito. Le voci critiche si sono sollevate in particolar modo dai banchi della maggioranza, meno compatta del solito nell’approvazione della proposta di Fratelli d’Italia, pur emendata dal consigliere pizzettiano Andrea Segalini. Sinistra per Cremona, con Lapo Pasquetti e Rosita Viola, insieme a Vittoria Loffi, outsider radicale nelle liste del Pd, si sono astenuti mentre la dem Eleonora Sessa è uscita dall’aula al momento del voto. Nella minoranza si è sfilata, invece, la capogruppo del Movimento 5 stelle - Cremona cambia musica, Paola Tacchini.


Il dibattito, anche acceso, che ha preceduto le votazioni testimonia quanto le posizioni, su uno dei nodi aperti in città, stiano considerando il problema della sicurezza in maniera sempre più approfondita e, inevitabilmente, divisiva. Le divergenze di vedute in seno alla maggioranza riguardano tanto il merito della mozione che prevede l’intervento dei soldati nella zona della stazione, quanto l’approccio generale che l’amministrazione sta adottando.

Vittoria Loffi


Loffi va subito al sodo: «Nel dibattito consigliare attorno alla sicurezza continua ad esserci un grande assente: non si parla, e soprattutto non si fa nulla, per promuovere prevenzione e responsabilizzazione collettiva. Soluzioni di lungo periodo, non immediatamente spendibili con l’opinione pubblica e pertanto poco appetibili per un certo modo di fare politica, ma le uniche che possono aspirare a risolvere davvero il problema».

Come a dire: l’aumento già realizzato del presidio del territorio, con più agenti, telecamere e protocolli interforze, è una parte della risposta istituzionale, ma da solo non può risolvere un problema di disagio sociale diffuso, che sfocia in situazioni improvvise, risse e aggressioni rispetto alle quale l’effetto deterrente funziona poco. «Ma quando si parla di prevenzione si viene tacciati di parlare astrattamente, invece gli esempi ci sono: uno su tutti è il Forum italiano per la sicurezza urbana, cui aderiscono oltre 40 città che dialogano su problemi comuni e mettono in rete possibili risposte sociali». Cremona è una tra le poche città lombarde che non ha aderito alla rete.

«Questo perché, continuando su questa strada, si sceglie solo la repressione, inseguendo l’opposizione nelle sue provocazioni per paura di perdere consensi». Ma, per Loffi, si tratta di una strada accidentata: «Militarizzare - non c’è altro modo per descrivere l’intervento dell’esercito nello spazio pubblico, una piazza o una stazione - è la risposta semplicistica e fallimentare alla sfida del coinvolgimento di chi, titolari di esercizi commerciali, enti come La Gare des Gars e cittadini, vive quello spazio». Una risposta «propagandistica» per diversi motivi: «Tutti sanno che i militari non possono fermare, controllare o arrestare nessuno. D’altronde è chiaro, e auspicato da molti, che la richiesta al Governo difficilmente verrà accolta».

Lapo Pasquetti


Anche i consiglieri di Sinistra per Cremona, Pasquetti e Viola, sottolineano la «contrarietà a soluzioni che non intervengono sulle cause di un problema grave come quello della sicurezza». La necessità di affrontare il tema in modo serio non significa, per i consiglieri della sinistra di maggioranza, che ogni stimolo o proposta sia condivisibile o legittima: «La sicurezza è un tema né di destra né di sinistra, come spesso ci ricordano i consiglieri di minoranza, ma il modo politico di approcciarsi al problema è sicuramente differente.

«Il progetto ‘Strade Sicure’ che prevede, in via del tutto eccezionale, l’impiego dell’esercito per presidiare i siti sensibili delle città in ausilio delle forze dell’ordine, è oggi diventata una misura strutturale, per sopperire ai cronici problemi a cui il governo non sa rispondere, di mancanza di fondi e carenze di organico in cui versano le forze di polizia». Il lavoro da fare è da un lato sui progetti di inclusione e coinvolgimento e dall’altro di pressione affinché le forze dell’ordine siano messe in condizione di lavorare in maniera sostenibile.

Rosita Viola

Anche la coalizione guidata da Tacchini ribadisce come un approccio collaborativo sul tema non passi per l’avallare acriticamente ogni proposta: «La sicurezza è un diritto di tutti i cittadini, non deve avere un colore politico, ma non si può risolvere solo con il presidio militare». La risoluzione passa per affrontare il «grave problema di disagi giovanili. Se non si prendono in considerazione delle azioni preventive, educative e sociali la situazione non può che peggiorare».

Paola Tacchini


Un esempio di questo tipo di approccio, citato da Tacchini, viene proprio dalle fila della polizia locale cremonese, Proprio quel corpo che è escluso dalle estese garanzie del Dl Sicurezza elogiato l’altro ieri in aula dai banchi del centrodestra. Franco Sforza è il vigile di quartiere del Cambonino che «ha sempre saputo dialogare con i bambini, i giovani, gli anziani, con severità quando incappava in azioni sbagliate. Prima si cerca di far capire una regola, poi, se è il caso, si sanziona». Quella percepita da Tacchini è invece una diffusa «voglia di braccio di ferro tra forze dell’ordine e disagiati, che senza altre azioni di accompagnamento, è preoccupante. E temo che non risolverà il problema, lo farà solo spostare in altri luoghi, aumentando altrove il degrado».

Il cuore della questione sta, per Tacchini, nelle prospettive offerte ai giovani: «I nostri giovani migliori se ne vanno dall’Italia, spesso quelli che restano sono amareggiati e delusi. E a loro il Governo proibisce di manifestare, anche solo seduti con qualche cartellone, se si radunano in un giardino pubblico con una lattina in mano vengono chiamatati i vigili per allontanarli, se cantano, viene considerato schiamazzo. Ma non è con un Daspo urbano che si risolvono i problemi e neanche con le città militarizzate».

ANCOROTTI DICE SÌ: «RAGGIUNTA UNA SINTESI POSITIVA»

«Bene l’approvazione dell’ordine del giorno sull’operazione ‘Strade Sicure’ presso le stazioni di pullman e treni: un atto di responsabilità verso i cittadini che ci assumiamo tutti insieme». Dopo il voto in Consiglio comunale, che ha impegnato l’amministrazione a richiedere l’intervento dell’esercito, il senatore di Fratelli d’Italia Renato Ancorotti ora dice sì. Nei giorni scorsi aveva sollevato dubbi su una proposta ‘generalizzata’, augurandosi «che non si debba affrontare il tema della sicurezza schierando i militari per strada. Cremona non è Caivano».

Ieri, invece, dopo la modifica proposta dal centrosinistra (delimitazione dell’intervento), ha apprezzato la sintesi raggiunta: «Accolgo con favore il fatto che questo impegno sia stato condiviso a larga maggioranza, grazie anche alla positiva mediazione del consigliere Luciano Pizzetti. L’emendamento presentato ha infatti circoscritto in modo mirato l’ambito dell’intervento alla sola zona della stazione pullman e treni, proprio come valutato e condiviso durante l’incontro che ho avuto nei giorni scorsi in Comune con lo stesso Pizzetti, con il sindaco Andrea Virgilio e con l’assessore alla sicurezza Santo Canale».

Il senatore Renato Ancorotti


L’eventuale presenza delle Forze Armate in aree sensibili come la stazione garantirebbe «non solo un presidio costante a tutela dei cremonesi residenti in quella zona e dei pendolari – soprattutto nelle fasce orarie più critiche – ma rappresenterebbe anche un importante deterrente contro fenomeni di microcriminalità. La scelta di concentrare l’attenzione su questi snodi strategici risponde a un’analisi puntuale delle richieste di intervento».

La mozione, insomma, sarebbe l’esempio di una positiva mediazione tra le forze politiche su un tema comune: «La sicurezza urbana - spiega Ancorotti - deve diventare terreno di incontro . È compito delle istituzioni collaborare con spirito costruttivo per individuare soluzioni efficaci. Per questo auspico che, alla luce di questa presa di posizione ampia e condivisa, il Ministero competente possa valutare positivamente la richiesta e attivare quanto prima il presidio, a beneficio dell’intera comunità cremonese».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400