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LA CITTÀ SOLIDALE

In un anno 15.436 pasti: «Richieste in aumento»

Fertonani, presidente della San Vincenzo: «Siamo passati da 40 a 65 ospiti al giorno»

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

14 Maggio 2025 - 05:15

In un anno 15.436 pasti: «Richieste in aumento»

CREMONA - Arrivano silenziosi, difficilmente alzano lo sguardo e c’è una certa fretta nel raggiungere il proprio posto a tavola, dopo aver ritirato le portate del pranzo. Sono uomini e donne di tutte le età: dai trent’anni in su, italiani come stranieri. Il silenzio è ciò che colpisce, soprattutto quando la sala al pian terreno della Casa dell’Accoglienza è piena. A cavallo del primo maggio a pranzo sono stati serviti circa 67 pasti, un afflusso che ha stupito gli stessi operatori e che ha costretto a dar fondo alle riserve, una volta terminate le porzioni preparate dalle cucine della Casa dell’accoglienza. Un segnale di cui tener conto.

«I pasti giornalieri che distribuiamo vanno dai 55 a 65 — spiega Massimo Fertonani, presidente della San Vincenzo —. Nel 2024 i pasti offerti sono stati complessivamente 15.436; i volontari che ci aiutano sono circa 40. Anche grazie all’iniziativa del ‘Pasto Sospeso’ dei Rotary Club siamo riusciti a farci conoscere di più. Un aspetto che mi pare doveroso sottolineare».

Le necessità sono aumentate, così come lo stato di indigenza in cui versano molti cremonesi. A darne conto è il raffronto fra gli anni e il numero pasti che la San Vincenzo ha distribuito 365 giorni l’anno. «Nel 2021 i pasti offerti sono stati 9.572, nel 2022, invece, 11.838 (+19%). Nel 2023, abbiamo servito 13. 658 pasti con un aumento del 13%, l’anno scorso sono stati 15.436 con una ulteriore crescita dell’11.5%». Le cifre raccontano una parte della realtà, rendono oggettiva la crescita del bisogno.

«In questo ultimo periodo sono aumentate le presenze femminili e quelle dei senza tetto — prosegue Fertonani —. Difficile conoscere le vicende personali di coloro che frequentano le cucine benefiche. Ci sono storie di solitudine come di indigenza e quello che colpisce è l’aumento delle donne. L’attività della San Vincenzo alle cucine benefiche si affianca a quella di distribuzione dei pacchi alimentari per famiglie indigenti, un centinaio alla settimana. Ciò che arriva dal Banco alimentare non è più sufficiente. Ci capita, a volte, di vederci costretti a fare pacchi incompleti».

L’appuntamento per i volontari alla cucine benefiche è sul far delle 10 del mattino, il compito è quello di preparare i coperti, affettare formaggi e salumi, preparare le brocche d’acqua e i vassoi per gli ospiti. La fila si comincia a formare ben prima delle 11, ora di apertura della mensa, e da quel momento è un lento ma continuo arrivo di uomini e donne, difficilmente parlano fra loro, si guardano; ognuno consuma il suo pasto e poi lascia la sala, ringrazia e va. C’è chi chiede il bis, un frutto, una scatoletta, in previsione della sera.


«L’attività della San Vincenzo è articolata, abbiamo punti in ogni parrocchia — continua il presidente —. Il nostro lavoro è legato alle offerte, sono quelle che ci permettono di fare quello che facciamo, acquistare il cibo, raccordarci con le Cucine benefiche della Casa dell’accoglienza. Fino a quando i frequentatori delle cucine benefiche erano una quarantina la spesa era sopportabile, oggi che siamo aumentati di una ventina di unità, la situazione si fa sempre più difficile. Ben vengano dunque le offerte e anche coloro che vogliono fare i volontari. Un apporto importante ci è dato dal Rotary Club Cremona Po, ma le nostre porte sono sempre aperte per coloro che vogliono darci una mano, in base alle rispettive disponibilità».

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