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IL REPORT: TERRITORIO DELL’ATS

Rsa: boom delle liste d’attesa, le rette a duemila euro

Novemila domande inevase, circa 3mila in provincia di Cremona. Tariffe +9% dal 2020

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

12 Maggio 2025 - 05:30

Boom delle liste d’attesa. Le rette a duemila euro

CREMONA - Un aumento del 38%, rispetto al 2023, di gran lunga la situazione peggiore a livello regionale, sia come incremento, sia in rapporto alla popolazione residente. Secondo il report redatto dall’osservatorio della Federazione nazionale pensionati della Cisl, nel 2024 tra la provincia di Cremona e quella di Mantova, ovvero il territorio dell’Ats Val Padana, la lista di attesa delle domande formulate per un letto nelle case di riposo ha superato quota 9mila.

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rsa

Da ricordare che un cittadino può presentare la stessa richiesta in più strutture. Non ci sono disponibili cifre aggiornate, scorporate per singolo distretto sanitario assistenziale, ma stando agli ultimi dati diffusi, già a metà 2024, nel territorio provinciale il numero delle domande era superiore alle 3mila.

A livello di costi, invece, per la retta servono almeno 2mila euro al mese (inferiore alla media regionale che supera i 2.200 euro), ma se si hanno patologie particolari, come l’Alzheimer, si può arrivare anche a pagarne 2.500. Una spesa spesso insostenibile per i pensionati che non sono più in grado di vivere in autonomia e devono dunque rivolgersi alle Rsa. Costi che, di conseguenza, finiscono per pesare sulle spalle dei familiari e, in assenza o impossibilità finanziaria di questi ultimi, sulla collettività per tramite dei Comuni.

«Dal 2020 al 2024 l’aumento delle rette medie minime e massime si attesta a oltre il 9% – si legge nel documento –: sono in aumento anche i posti letto solventi (1.130 nel 2024), cioè quelli in cui la retta è completamente a carico degli ospiti e delle loro famiglie. Infine, nel 2024 si contano oltre 9mila persone in lista d’attesa con un aumento del 38,13% sull’anno precedente, a fronte di una media regionale del 26%».

Insomma la situazione della fascia sud est della Lombardia, che comprende appunto anche i tre distretti socio sanitari provinciali, cremasco, cremonese e casalasco, sta peggio del resto del territorio.

chittolini

«Parliamo — osserva il segretario generale della Fnp Cisl Asse del Po, Cesira Chittolini — di un comparto essenziale, che si prende cura della parte più fragile della popolazione: gli anziani non autosufficienti. Spesso le degenze nelle Rsa rappresentano un carico economico crescente sulle famiglie, in un sistema che rischia di diventare sempre più diseguale. Negli ultimi anni la Regione è intervenuta a più riprese erogando contributi economici agli enti gestori delle Rsa, ma non ha fatto altrettanto a favore degli assistiti, a differenza invece di altre realtà come il Veneto e la Puglia». Per Chittolini si tratta di una vera e propria emergenza che non si può più procrastinare.

«Nel territorio dell’Ats Val Padana la retta media mensile supera i 2mila euro, ma le pensioni medie sono inferiori ai 1.500 euro – conclude la sindacalista –: c’è un tema di sostenibilità economica da affrontare con urgenza. Non bastassero i costi alle stelle, chi si trova nella necessità di ricoverare un anziano, ha anche il problema di trovargli un posto in tempi accettabili: nel 2024 le domande in lista d’attesa erano oltre 9mila, quasi 2.500 in più del 2023 (va precisato che una persona può avere fatto domande in più strutture). In molti casi, tra la ricerca di un letto libero e di importi più accessibili, le famiglie sono costrette a portare il proprio caro in altre province, lontane da casa».

RISARI: «INACCETTABILE LA CARENZA DI OFFERTA»

«La carenza di posti letto non è più accettabile, in particolare nel distretto Cremasco di Ats, un retaggio storico a cui bisogna mettere mano. Una situazione che si trascina da troppo tempo». 

risari

Gianni Risari, presidente della Fondazione Benefattori Cremaschi e neo eletto nel direttivo provinciale di Uneba (l’associazione che rappresenta gli enti del settore sociosanitario, assistenziale ed educativo), sottolinea la cronicità di questa situazione, a cui si somma il sempre maggiore aggravio economico per le famiglie.

«Poi c’è la questione dei costi, che superano del 40% le pensioni medie. Va affrontata con stanziamenti governativi e, a cascata, regionali. Infine, serve puntare sempre di più sull’assistenza domiciliare, per consentire all’anziano di vivere in un contesto familiare e di prossimità ovvero con servizi vicini, così da fare in modo che resti nella sua abitazione più a lungo».

Sul problema delle infinite liste di attesa, nel distretto sanitario assistenziale cremasco, da un anno e mezzo a questa parte si sta cercando di fare quadrato per ridurle per quanto possibile. Grazie al lavoro di Comunità sociale cremasca, Asst, dei 48 Comuni del distretto e delle otto Rsa del Cremasco, sono stati introdotti criteri omogenei per la valutazione dei potenziali ospiti, a differenza delle relazioni singole, in precedenza inviate da ciascun Comune. Un metodo, come aveva avuto modo di sottolineare Chiara Tomasetti, presidente di Csc, in occasione dell’avvio del nuovo sistema, che offre garanzie di trasparenza.

CREMONA SOLIDALE: «QUOTE BLOCCATE DA DUE ANNI, COSTI IN AUMENTO»

E sono circa 200 le domande in lista per Cremona Solidale, «un numero — spiega la Dg Simona Gentile — in linea con le altre strutture. In qualche caso si tratta di istanze ripetute oppure solo prudenziali, senza reale necessità immediata, ma per le altre in molti casi le famiglie non conoscono le alternative, come le Rsa aperte o i centri diurni». 

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Per quanto riguarda le tariffe «da noi sono bloccate da due anni - chiarisce il Dg Gentile - , nonostante anche noi soffriamo gli aumenti dei costi che hanno colpito tutti. La Regione qualcosa ha fatto per venire in aiuto delle Rsa e delle famiglie, ma forse si dovrebbe mettere mano alla troppo rigida divisione fra sanitario e sociosanitario».

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