L'ANALISI
11 Maggio 2025 - 05:30
Assunto attraverso boccate ripetute, produce uno stato d’euforia che si esaurisce nel breve termine. Ma altrettanto rapidamente, vi si possono associare danni neurologici. Sperimentati gli effetti, dall’allegria alla perdita di inibizioni, l’inalazione viene ripetuta. Di qui, la dipendenza: un uso prolungato, al pari di tutte le droghe, danneggia il midollo spinale e compromette lo sviluppo del sistema nervoso determinando disturbi cognitivi. Mettendo di fatto fuori gioco gli effetti della vitamina B12, innesca mieloneuropatia e anemia.
Crack, eroina, cocaina, anfetamina, morfina...: di quale droga stava parlando Antonio Prete, direttore del Serd, il servizio per le dipendenze, di Crema, illustrandone le terribili conseguenze dell’assunzione, che a lungo andare possono arrivare a essere anche mortali? Difficile da credere, ma si tratta del ‘normalissimo’ protossido di azoto, il cosiddetto gas esilarante impiegato in ambito medico come blando anestetico e analgesico oltre che in ambito industriale, ad esempio nelle bombole di crema spray o nei motori di automobili. Non essendo riconosciuta tra le sostanze stupefacenti, si acquista liberamente. E sono sempre di più i giovani che ne comprano in dosi massicce per sballare inalando il gas dopo aver riempito palloncini dai quali viene rilasciato lentamente.
L’allarme è dei giorni scorsi a Crema, ma si può dire che nessuna zona della provincia ne sia immune. Nelle città, dopo l’hashish è il secondo tipo di droga per diffusione.
A lasciare senza fiato è stato anche il caso delle chat di classe di dodicenni di Cremona che si sono scambiati foto proibite condite con frasi blasfeme. È stata chiusa grazie all’intervento di una brava mamma che ha esercitato il giusto controllo. Ma quante altre ce ne sono nella zona grigia di assenza delle famiglie?
Bombolette spray ormai esauste di protossido di azoto sono state trovate nei giardinetti di piazza di Rauso e nel quartiere di San Bernardino. Testimoni ci hanno raccontato di aver visto studenti ‘gasati’ già alle 8 del mattino alle fermate dell’autobus davanti a scuola. È una delle cosiddette ‘droghe dei poveri’, poco costose, facili da reperire. E soprattutto di fronte alle quali le forze dell’ordine non possono fare nulla perché gli assuntori non commettono reati. Ma dopo l’inalazione diventano irriconoscibili, maleducati, si sentono i padroni della città, si permettono gesti di violenza e puro vandalismo che da ‘sobri’ farebbero inorridire pure loro stessi per i danni causati. La loro pericolosità deriva soprattutto dalla scarsa, quando non nulla, conoscenza degli effetti dell’assunzione a medio e lungo termine.
È ora quindi di interrogarsi su come intervenire per arginare l’uso del gas esilarante potenzialmente mortale. Anzitutto regolamentandone la diffusione. Molti Paesi stanno introducendo limiti alla vendita al pubblico delle capsule di N₂O usate per la panna montata. Così come accade con tabacco e alcol andrebbero imposti controlli sugli acquisti online, ordinate etichettature obbligatorie con avvertenze sanitarie e obbligate restrizioni basate sull’età dell’acquirente.
Sull’esempio di quanto già deciso in Gran Bretagna, è necessario l’inserimento del protossido di azoto nelle liste di sostanze psicoattive controllate così com’è possibile stabilire sanzioni per la detenzione finalizzata all’abuso, soprattutto in contesti pubblici come parchi e strade, feste, locali notturni. Fondamentale l’educazione, che passa attraverso campagne nelle scuole e sui social per spiegare i rischi neurologici e fisici del protossido di azoto, ‘condite’ con testimonianze di ex consumatori e contenuti realistici per superare l’immagine ‘innocua’ del gas. Che poi nella realtà non è per niente innocuo, tanto che al Serd c’è già un primo paziente in cura.
Non è un gioco. Lo hanno ben capito i familiari di un calciatore professionista della Premier League inglese finito in riabilitazione a causa della sua dipendenza. Il caso ha fatto emergere il fenomeno in tutta la sua drammatica diffusione. Si è saputo che molti giocatori lo utilizzano senza rendersi conto dei potenziali pericoli. Campioni come Jack Grealish, attaccante del Manchester City e della nazionale inglese, Dele Alli, oggi in forza al Como, e Kyle Walker, difensore del Milan in prestito dal Manchester City e vice capitano e della nazionale dei Leoni, tra gli altri, sono stati fotografati con gas esilarante. Pessimi esempi.
Come sempre, essenziale risulta il controllo delle famiglie: impossibile non accorgersi che qualcosa non va se il tuo ragazzo torna a casa ‘fatto’, censurabile la sua eventuale giustificazione che in fondo si tratta solo di gas esilarante, definizione che nei fatti ne ridimensiona l’effettiva pericolosità.
Un ‘parental control’ necessario anche nel caso delle chat dei bambini (a 12 anni si può essere definiti ancora così) cremonesi che hanno condiviso contenuti hard, violenti e blasfemi nella chat di classe. Troppo giovani per rendersi effettivamente conto dell’orrore di quelle immagini e di quelle frasi, abbastanza giovani per essere ri-educati a essere più rispettosi. Nel caso che abbiamo riportato sul giornale nei giorni scorsi l’esito positivo è stato ottenuto grazie alla determinazione e all’attenzione di una mamma ‘sceriffo’.
Non si può stare con l’occhio puntato 24 ore su 24 sulle abitudini dei figli, però qualcosa di concreto per garantire un ambiente digitale sicuro si può fare. Lo ha spiegato Alberto Casarotti, responsabile della sezione operativa per la sicurezza cibernetica della questura di Cremona. Con una importante premessa: monitorare quello che accade sul telefono cellulare dei propri figli non significa spiarli ma prendersi la responsabilità educativa, così com’è giusto dare fiducia ai ragazzi, ma è altrettanto utile non fidarsi di chi entra in contatto con loro. La parola magica è ‘parental control’, cioè strumenti digitali disponibili per ogni tipo di telefono che consentono ai genitori di filtrare, monitorare e limitare l’accesso a determinati contenuti e attività sui dispositivi dei loro figli. Per consentire loro una navigazione sicura non solo nel web, ma soprattutto nella vita.
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