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CASO PICCINELLI

«Non lei, io aggredito in piazza»

L’ex dirigente del commissariato Pagani parla al processo contro l’esponente di Fortitudo

Francesca Morandi

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09 Maggio 2025 - 18:23

«Non lei, io aggredito in piazza»

CREMA - «In 40 anni di servizio, ho anche fatto importanti servizi di ordine pubblico. L’esperienza mi ha insegnato come neutralizzare una persona violenta. Avrei potuto afferrarla e bloccarla a terra, cosa che non ho fatto, perché non volevo rischiare di farle del male. L’unica cosa che ho fatto è allargare le braccia per contenere la sua veemenza ed ira. Quando ho saputo della denuncia che la signora Piccinelli mi aveva fatto, sono rimasto allibito, sorpreso. Lei mi ha denunciato per averla aggredita, ma chi è stato aggredito sono stato io. Lei è venuta contro di me con violenza».

Tribunale, 11 di oggi. Bruno Pagani, 61 anni, vice questore del Commissariato di polizia di Crema ora in pensione, torna alla sera del 30 maggio 2022, quando in campagna elettorale per l’elezione a sindaco, sul palco in piazza del Duomo era atteso il comizio dell’ex premier, Giuseppe Conte, a sostegno del candidato pentastellato Manuel Draghetti.

Pagani si è costituito parte civile, con l’avvocato Massimiliano Cortellazzi, nel processo a carico di Maria Grazia Piccinelli, presidente del Comitato no vax Fortitudo, accusata di resistenza a pubblico ufficiale e di averlo calunniato, denunciandolo di essere stata lei aggredita (strattoni e due gomitate allo stomaco) mentre cercava di ‘sfondare’ il cordone della polizia e di raggiungere Conte, l’ex premier ‘colpevole’ dei provvedimenti varati dal suo governo in pandemia. Archiviato Pagani, davanti al giudice è finita Piccinelli, ieri in aula accanto al suo avvocato Filippo Marioni. Agli atti del processo ci sono diversi video girati quella sera anche dalla Scientifica. «Filmati piuttosto eloquenti», per l’avvocato Cortellazzi.

Tre anni fa, la Questura avvisò Pagani che sarebbe arrivata Piccinelli con un gruppo di no vax («meno di una decina») per protestare «in modo molto aspro» contro Conte. «Intorno alle 20 — racconta Pagani — la Digos mi indicò che erano arrivati e che erano a una trentina di metri dal palco. I colleghi della Digos me li hanno presentati e mi hanno presentato la Piccinelli. Li invitai a tenere un comportamento civile ed educato, a non creare disordine e turbative. Iniziarono a polemizzare e a scandire slogan del tipo: ‘Vergognatevi di quello che avete fatto a Bergamo’; ‘Dittatura sanitaria’, attirando l’attenzione degli aderenti a 5 Stelle che reagirono. Noi li abbiamo invitati a smettere e abbiamo creato un cordone di sicurezza per dividerli. È arrivato Conte: passò da dietro e salì sul palco». Ma Piccinelli e i suoi continuarono a protestare.

«La signora era molto agitata. In più di una occasione ha cercato di investirmi fisicamente. Mi sono messo davanti, allargando le braccia per contenerla. Siamo riusciti a farli indietreggiare e con l’aiuto della Digos li abbiamo portati nell’area esterna del comizio, ma ha cercato di rientrare, spintonando un poliziotto della Digos. Non era collaborativa, era molto ostica, cercava la contestazione e di arrivare sul palco. È stata una continua provocazione». Pagani si è detto poi «allibito dalla denuncia» della Piccinelli, che rilasciò anche un’intervista a una tv locale. «Mi accusava di averla aggredita. Andava ad infangare la mia reputazione, anche perché ero il dirigente del Commissariato, ero persona nota. La denuncia, a livello lavorativo ha avuto un impatto. Viene informato il ministero che può adottare vari provvedimenti, primo fra tutti il trasferimento. Questo fatto mi ha preoccupato. Ho passato dei mesi travagliati, di pensieri».

Il 14 novembre, Piccinelli rilascerà dichiarazioni spontanee: «Racconterò non la mia verità, ma la verità».

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