L'ANALISI
08 Maggio 2025 - 18:54
Una volante della polizia
CREMONA - Scontata la pena, espulso dall’Italia, mercoledì pomeriggio doveva essere accompagnato al Centro di permanenza rimpatri giù in Puglia, a Bari Palese. Ma Youssef Housni, marocchino di 24 anni, clandestino e senza fissa dimora, non ne voleva sapere: «Polizia di m… non vengo con voi nella Puglia di m…». Per ben cinque ore - dalle 14.50 alle 19.45 - ha dato del filo da torcere alla polizia, prima in carcere poi in Questura: urla, insulti, calci, pugni e minacce. Ammanettato, oggi pomeriggio — dopo la convalida dell’arresto — è stato accompagnato al Cpr, stavolta di Torino.
Per la ‘direttissima’, fissata a mezzogiorno, in aula Youssef è stato scortato da ben nove poliziotti, sette della Squadra volante e due della Squadra mobile. Accusato di violenza o minaccia a pubblico ufficiale, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato, il giudice ha convalidato l’arresto: obbligo di firma e nulla osta all’espulsione. Il processo si farà il 26 giugno prossimo.
È andata così, mercoledì pomeriggio. Alle 14.50, l’equipaggio composto dai due poliziotti arriva a Ca’ del Ferro per prelevare lo straniero per il successivo passaggio in Questura prima del viaggio verso il Centro di permanenza rimpatri di Bari. Durante queste fasi, Youssef non è affatto collaborativo, minaccia gli agenti. Scontroso, non fa che dimenarsi. Viene chiesto l’ausilio della polizia penitenziaria. Dopo circa mezz’ora, e con non poca difficoltà, il 24enne viene fatto salire sull’auto di servizio diretta in Questura. Qui gli dev’essere notificato il provvedimento di espulsione emesso dal prefetto il 7 maggio.
Una volta qui, si prendono i contatti con l’Ufficio Immigrazione — III sezione esecuzione provvedimenti amministrativi. Nell’attesa, lo straniero viene fatto accomodare nella sala d’attesa adiacente a quella delle Volanti. Arriva l’agente che lo informa del provvedimento a suo carico, ma il giovane reagisce malissimo. Cerca di sferrare una violenta gomitata all’altezza del capo del poliziotto. L’agente la schiva. Il colpo finisce contro la finestra, danneggiando il vetro. Viene richiesto l’ausilio di due Volanti (4 agenti). Si cerca di intavolare un dialogo per riportare lo straniero alla calma: inutile. «Non vado da nessuna parte con voi pezzi di... schifosi, vi ammazzo tutti».
Ci si riprova. Niente. Youssef cerca di afferrare per il bavero un agente. Interviene un poliziotto, il quale, considerata la situazione di pericolo, è costretto a spruzzargli in volto una modesta quantità di spray urticante al peperoncino. Per evitate ulteriori conseguenze, il 24enne viene contenuto con la forza fisica. Ma lui non si placa. Sferra calci e pugni senza andare a bersaglio. Per salvaguardare la sua incolumità e quella dei poliziotti, si ricorre ai mezzi di coercizione in dotazione: manette di sicurezza e fasce in velcro alle caviglie. Le sue urla attirano altri cinque poliziotti che arrivano in ausilio. Considerato l’effetto provocato dallo spray e le richieste dello straniero, immediatamente gli agenti gli mettono dell’acqua sul volto. Il 24enne si calma. Gli vengono tolte manette e fasce in velcro. Alle 19.45, viene messo in Camera di sicurezza in attesa della direttissima.
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