L'ANALISI
08 Maggio 2025 - 18:42
CREMONA - Nella sua vita, ha sempre avuto cani e li ha sempre trattati come dei «principi». L’ultimo è una femmina di 10 anni, un Corso. Il padrone, pensionato di 83 anni, mai avrebbe immaginato di finire a processo con l’accusa di aver maltrattato il suo animale. Niente a che fare con calci, botte: nulla di tutto questo, anzi. Sul banco degli imputati, l’anziano padrone c’è finito per un metro e 20 di catena e una ciotola d’acqua diventata calda. Un «fatto di particolare tenuità», per il giudice, che l’ha chiusa con una sentenza di ‘non doversi procedere’.
Storia del 16 maggio 2022, venerdì, il maggio più caldo dopo quello del 2003. Il pensionato abita in una villetta con portico e giardino. A metà pomeriggio si era recato a far spesa e aveva messo il cane sotto il portico, legato alla catena e con la ciotola d’acqua vicina. «Quando va al supermercato o dal medico, il mio assistito certamente non porta con sé l’animale, è un Corso», ha spiegato l’avvocato Michela Soldi. Quel giorno, davanti al cancello della villetta è passato un uomo.
«Si è fermato e il cane, che è molto territoriale, si è messo ad abbaiare. Dopo circa 30 minuti, sempre quell’uomo è ripassato, ha chiamato l’Ats veterinaria e i carabinieri. Una decina di minuti dopo, è rincasato dalla spesa il mio assistito. Ha visto i carabinieri. ‘Ma cosa sta succedendo?’, si è chiesto». Il padrone ha fatto accomodare carabinieri e veterinario. Erano le 18 circa: 30 gradi. Il veterinario annoterà: «L’animale non versa in gravi condizioni, ma è affaticato dal caldo insopportabile, costretto al sole senza possibilità di trovare riparo e di muoversi liberamente. La ciotola per l’acqua ne contiene poca e leggermente torbida, ma comunque a portata del cane».
«Abbiamo prodotto le fotografie. Il cane era sotto il portico — ha ribattuto l’avvocato Soldi — e poteva muoversi. Se il padrone avesse messo una catena molto più lunga, allora sì che vi era il rischio che l’animale potesse avvicinarsi al cancello e magari azzannare qualcuno che si fermava davanti, allungando una mano. Era una questione di sicurezza».
Il difensore ha aggiunto che «dopo la notifica del 415 bis (l’avviso conclusione delle indagini preliminari), ho fatto una memoria difensiva depositata in Procura, riportando anche le testimonianze di due amici di vecchia data del mio assistito, amici che da 30 anni frequentavano la sua casa. Erano trasecolati, perché il pensionato ha sempre trattato i suo cani con estremo amore. Un esempio? Il Corso ora ha i suoi anni, non se la sente più di andare in vacanza. Un anno fa, quando ha visto il padrone caricare i bagagli in auto, non si è mosso. Non c’è stato verso e il mio cliente ha rinunciato alle vacanze per stare con lui».
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