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A PALAZZO VESCOVILE

Consegnato al vescovo Napolioni il registro delle condoglianze per papa Francesco

Raccolto in Prefettura il cordoglio dei cremonesi dopo la proclamazione del lutto nazionale, poi affidato alla diocesi durante un incontro ufficiale

La Provincia Redazione

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07 Maggio 2025 - 11:53

Consegnato al vescovo Napolioni il registro delle condoglianze per papa Francesco

Il prefetto Giannelli e il vescovo Napolioni

CREMONA - Sono stati numerosi i cremonesi che hanno voluto esprimere il proprio cordoglio per la morte di papa Francesco, firmando il registro delle condoglianze messo a disposizione dalla Prefettura di Cremona. L'iniziativa è stata promossa in seguito alla proclamazione del lutto nazionale di cinque giorni deliberato dal Consiglio dei Ministri per la scomparsa del Sommo Pontefice, ed è proseguita fino al 26 aprile, giorno delle esequie.

Oggi, 7 maggio, il registro è stato ufficialmente consegnato dal prefetto di Cremona, Antonio Giannelli, al vescovo Antonio Napolioni nel corso di un incontro appositamente organizzato a Palazzo vescovile.

La vicinanza delle Istituzioni alla Chiesa cremonese si era già manifestata durante la messa in suffragio per papa Francesco, celebrata dal vescovo Napolioni nel pomeriggio del 22 aprile in Cattedrale. In quell'occasione, il prefetto Giannelli aveva partecipato insieme ai rappresentanti delle forze dell'ordine del territorio.

Nei giorni successivi alla morte del Pontefice, molte persone si sono recate presso la sede della Prefettura in corso Vittorio Emanuele II per lasciare un messaggio personale di affetto e riconoscenza. Accanto alle firme, infatti, sono stati scritti pensieri, ricordi e testimonianze di chi ha voluto sottolineare il legame con Papa Francesco.

«Ringrazio la Prefettura di Cremona per questa iniziativa – ha commentato il vescovo Antonio Napolioni – e quanti hanno voluto ricordare così papa Francesco. È un’ulteriore testimonianza di quanto abbia saputo mostrarsi vicino alla gente. Ed è bello constatare come diversi dei messaggi di cordoglio siano stati scritti da persone che si dichiarano non credenti o non praticanti, ma che hanno comunque apprezzato e voluto valorizzare alcuni tratti di questo pontificato, sempre rivolto a una Chiesa in uscita, presente nelle periferie, anche quelle esistenziali».

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