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LE NUOVE DIPENDENZE A CREMA

‘Sballo’ del palloncino, primo paziente al Serd

Il direttore Prete: «La vera piaga è la facilità con cui i ragazzi si procurano le bombolette»

Cristiano Mariani

Email:

cmariani@laprovinciacr.it

06 Maggio 2025 - 19:30

La droga del palloncino fa paura: il primo caso

CREMA - Al Servizio per le dipendenze dell’Asst non sono stati colti di sorpresa dall’ondata di bombolette vuote, sparse nei giardinetti. Perché in via Medaglie d’oro, si sono già occupati del caso di un giovane, ormai schiavo della cosiddetta droga del palloncino (lo strumento di norma utilizzato per inalarla).

Tanto che ormai, anche in città, il protossido di azoto, arrivato sul mercato come propellente per gli spray alimentari ma impiegato pure come esilarante a basso costo e soprattutto perfettamente legale, fa davvero paura. Le confezioni sono state trovate in quantità nelle aiuole attorno alle case popolari di piazzale di Rauso e di via Venezia, con tanto di segnalazioni dei residenti sull’utilizzo che ne viene fatto da gruppi di ragazzini. E fin qui il dato di cronaca. Mentre degli effetti che provoca, minando il sistema nervoso, si stanno occupando — come detto — gli specialisti in servizio all’Azienda sociosanitaria.

Esattamente come accade nelle metropoli, dove il protossido d’azoto è secondo solo all’hashish per diffusione. E lo sballo — non usa giri di parole il direttore del Serd, Antonio Prete — può anche essere letale. «Assunto attraverso boccate ripetute — entra nel dettaglio — produce uno stato d’euforia che si esaurisce nel breve termine. Ma altrettanto rapidamente, vi si possono associare danni neurologici». Sperimentati gli effetti, dall’allegria alla perdita di inibizioni, «l’inalazione — analizza — viene ripetuta».

E di qui la dipendenza: «Un uso prolungato, al pari di tutte le droghe, compromette lo sviluppo del sistema nervoso centrale e quindi determina disturbi cognitivi, impattando sulla normale capacità di assumere decisioni». E mettendo di fatto fuori gioco gli effetti della vitamina B12, innesca mieloneuropatia e anemia. «La piaga più difficile da combattere è la facilità con cui i ragazzi hanno accesso a questa sostanza, considerata il modo per evadere da una realtà che non ritengono soddisfacente. Come se lo sballo — l’amara considerazione — fosse oggi diventato parte della quotidianità. O forse la soluzione alla noia, alla tristezza, la risposta più veloce e meno faticosa al desiderio di essere altro». Il protossido — come accennato — non è vietato. E ciò in considerazione degli usi propri che ne vengono fatti, anche in campo medico, come anestetico miscelato all’ossigeno.

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