Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

L'IMPRESA

Tra silenzio e musica in giro per il mondo

L’ex edicolante Volpi racconta il suo viaggio in moto in solitudine

Elisa Calamari

Email:

redazioneweb@laprovinciacr.it

05 Maggio 2025 - 05:15

Tra silenzio e musica in giro per il mondo

Giorgio Volpi

CASTELVETRO PIACENTINO -  Ventuno giorni tra Pirenei e oceano, pellegrini e turisti, vento, sole e pioggia. Ventuno giorni trascorsi tra il silenzio della solitudine, le parole delle persone incontrate lungo il tragitto e la musica degli U2 nelle cuffie alle orecchie. Sintetizzare l’avventura vissuta da Giorgio Volpi, storico edicolante che a fine 2023 ha ceduto l’attività, non è semplice. Lui ci prova partendo proprio dalla cessazione di quel lavoro che ha fatto con passione ma che gli impediva viaggi così lunghi: «Quando ho smesso con l’edicola ho coltivato il sogno di ogni motociclista, il viaggio a Caponord. Avrei dovuto farlo in gruppo, poi il progetto è saltato e non me la sono sentita di partire da solo, perché non avevo mai affrontato un tour così lungo. Ho pensato però ad un’alternativa: Spagna e Portogallo. Sono partito il 3 aprile con la mia Bmw Gs 1200».

volpi

Ha percorso ben 7.430 chilometri, guidando con ogni condizioni meteo e incontrando persone di tutto il mondo. «Le prime tappe di avvicinamento sono state a Marsiglia e Perpignan, poi ho raggiunto il confine con la Spagna, Saragoza, Pamplona, Sant’Ander…».

Ad ogni sosta colori, sapori e incontri. Come quello con un biker inglese di Nottingham con il quale ha condiviso pane e formaggio. O quello con Santiago Riòs, 78enne che Volpi ha incrociato lungo la strada a Lagostelle. «Lui a piedi, io in moto – racconta il castelvetrese –. Quando l’ho oltrepassato ho sentito una sensazione strana, come se dovessi tornare indietro. E così ho fatto: inversione di marcia e l’ho raggiunto. Mi ha mostrato un articolo di giornale e in spagnolo mi ha spiegato che stava affrontando da solo il Cammino di Santiago de Compostela. A ripensare alle sue parole mi viene ancora oggi la pelle d’oca: avrebbe dovuto fare quel cammino con il figlio, ma lui è morto. Così ha deciso di partire comunque, nonostante l’età, proprio per rendergli omaggio».

cartina

Il tragitto fino alla piazza in cui arrivano i pellegrini di tutto il mondo è uno dei ricordi più intensi che Volpi ha portato a casa: «Tutti si abbracciavano, un ragazzo di Bologna sentendomi parlare al telefono con mia moglie e riconoscendo la lingua mi è corso incontro. L’atmosfera era bellissima. Molto toccante anche la messa all’interno della cattedrale, con il rito del botafumeiro (l’incensiere più grande al mondo, ndr)». Volpi ha poi raggiunto Finestere, il punto più a ovest d’Europa. «A Muxia, in riva all’oceano, ho vissuto un altro dei momenti più emozionanti – racconta –: mentre ero seduto a contemplare l’orizzonte, c’erano i canti gregoriani a fare da sottofondo. Se il Paradiso esiste, lo immagino così».

Il viaggio è proseguito a Porto, a Fatima con il suo carico di spiritualità, Nazaré sempre in Portogallo e a Caparica dov’era in corso il Surf fest, dove ad ospitarlo è stato l’amico surfista Mattia, di Cremona. Poi Lisbona e l’arrivo nell’Algarve. Il ritorno di Volpi verso Castelvetro ha previsto anche la tappa a Tarifa, sullo stretto di Gibilterra «dove oceano e mar Mediterraneo si incontrano ma non si mischiano».

Poi l’Andalusia, con Malaga dove ha fatto tappa alla gelateria del castelvetrese Alberto Silvestrini, Cordoba, Granada, infine l’arrivo a Valencia. Nei pressi di Barcellona si è fermato da altri amici, Noelia e Roberto, per poi affrontare un’ultima tappa no stop di oltre mille chilometri (11 ore e 30 di guida) che l’ha riportato nella Bassa Piacentina.

«Con me avevo solo due borse e gli attrezzi per riparare la moto in caso di guasti, che ci sono effettivamente stati – conclude Volpi –. Ho prenotato di volta in volta gli alloggi e con il cibo mi sono arrangiato provando ad assaggiare tutte le specialità dei luoghi. Sono stati ventuno giorni imprevedibili, con qualche inconveniente eppure meravigliosi: quattro ruote muovono il corpo, ma due muovono l’anima». Ora che ha ancora gli occhi e il cuore pieni di panorami mozzafiato e storie sorprendenti da raccontare, non ha dubbi: il prossimo viaggio sarà a Caponord.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400