L'ANALISI
03 Maggio 2025 - 05:20
FORMIGARA - Sono già passati tre anni eppure sembra ieri perché Alberto Stefanoni, agente di commercio di Cornaleto conosciuto e stimato in tutto il Cremonese e anche a Crema, dove lavorava alla Opel Mazzola di via Piacenza, manca davvero tanto. A tutti. Ai colleghi che non possono più contare sulla sua professionalità e sensibilità, agli amici a cui manca il suo sarcasmo e la voglia di affrontare ogni ostacolo col sorriso. Quello stesso sorriso con cui ogni giorno, anche quando pareva chiaro a tutti ormai che, a soli 48 anni, la malattia l’avesse già praticamente sconfitto dopo una formidabile battaglia, lui guardava il papà Angelo e la mamma Ettorina.
Quel sorriso indimenticabile, appunto: «Mi diceva ‘ce la farò’. Oggi – racconta la donna della sua vita – so che lo diceva per me, per farmi stare bene. Ha fatto così ogni singola volta, ogni giorno. Anche quando stava male, si prendeva cura di me. Di noi».
Oggi ‘Albo’, come lo chiamava la sua compagnia, rivive in un libro che proprio la madre gli ha dedicato. E domani alle 18, nella parrocchiale di Sant’Andrea, sarà celebrata una messa a cui sono invitati tutti quelli che l’hanno amato. Come una ‘festa’ in ritardo: oggi avrebbe compiuto gli anni. Il regalo d’amore della mamma è stato renderlo immortale, tra le pagine di ‘Alberto’: si chiama così la mini-biografia, curata da don Mario della Corna, sacerdote che negli ultimi giorni di vita di Stefanoni ne è diventato amico, guida e confessore.
All’interno del volume uno scorcio completo, per quanto sintetico, del suo essere: gli affetti, l’infanzia, le passioni, l’amore per gli animali, per i motori, la testardaggine nel voler sempre difendere le proprie convinzioni in nome di una giustizia idealizzata e spesso tutta sua, i brindisi con gli amici, la Mercedes, il cane Pluto, i battibecchi più animosi che finivano in abbracci, il lavoro a cui si dedicava con un talento straordinario, i viaggi in moto senza meta perché contava il viaggio.
E poi, naturalmente, la malattia: il cancro.
Nel libro, un collage di testimonianze, un racconto genuino, semplice, puro, verissimo: ciò è che quel nemico l’ha trattato con superiorità. Come un fastidio, un parassita noioso che odiava, ma solo perché dava da pensare a chi gli stava vicino. Difficilmente ci credeva, forse si era reso ancora più forte per proteggere chi quel suo coraggio non l’ha avuto: gli amici d’infanzia, i compagni del mitico pub, il don, la mamma e il papà. Un omaggio, un tributo, il gesto d’amore di una madre? Forse. Anche e soprattutto. ‘Alberto’, però, è più di tutto questo e certamente è un oggetto che trascende il concetto di libro.
È una vita condensata in 92 pagine, una magia che permette ad Albo, che ha perso la battaglia, di vincere la guerra. Perché la malattia è finita, lui resterà per sempre.
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