L'ANALISI
28 Aprile 2025 - 17:46
Riccarda Gavazzi, Paola Gaudenzi, Simona Piperno, Federico Scimenes, Domenico Affinito, Tommaso Cè e Sofia Gusmaroli. Nel riquadro il giornalista di Data Room
CREMONA - È partito da lontano, Domenico Affinito, giornalista di Dataroom del Corriere della Sera, per raccontare che cosa sia il Data Journalism. «La prima pubblicazione di dati pubblici di carattere economico/commerciale risale al 59 avanti Cristo», poi il giornalista del Corrierone, questa mattina ospite al Torriani per parlare di giornalismo basato sui dati, ha cavalcato i secoli e con mirabile sintesi ha parlato della nascita delle gazzette, del primo articolo giornalistico basato su dati, dell’importanza dell’informatica e della nascita di Internet, fino ad arrivare a Data Room.
L’appuntamento ha voluto preparare i ragazzi al tema della Notte del Torriani del 16 maggio, dedicata proprio ai Big Data. Il giornalista ha spiegato come è nata questa forma di giornalismo che parte dai dati numerici e cerca risposte a curiosità, a una realtà che si può leggere se si sanno interrogare i numeri. «Lo staff di Milena Gabanelli è formato oltre che da Milena, da quattro giornalisti e tre grafici — ha spiegato —. Si tratta di un lavoro in cui il motore primo è, come sempre nel giornalismo, la curiosità. Ma se i nostri colleghi del Corriere sono chiamati a produrre uno o due articoli al giorno, noi per un servizio di circa 7.000 battute impieghiamo almeno due o tre settimane fra momenti di ricerca, stesura dei testi, realizzazione dei video, la gestazione è lunga. Ma possiamo vantare fra i 90mila e 100mila lettori e 14 milioni di visualizzazioni annue dei video di Milena».
Federico Scimenes, Tommaso Cè e Sofia Gusmaroli del Torriani hanno poi illustrato le loro ricerche dedicate all’efficacia dei fondi del Pnrr in ambito scolastico, i ritardi dovuti a mancate compilazioni dei progetti o ai tempi stretti per la realizzazione, e Affinito ha commentato: «Nella nostra indagine sui fondi e progetti Pnrr abbiamo imputato la lentezza delle procedure alla complessità burocratica, alla molteplicità delle procedure di controllo e alla scarsa risposta dei cittadini in alcuni casi. Il settore culturale è quello più in regola. In ambito scolastico fondi per nidi e studentati sono quelli che registrano maggiori ritardi».
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