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Cosmesi: «Noi a Roma e Bruxelles per difendere il settore»

La nuova normativa Ue sulle acque reflue rischia di mettere in ginocchio le imprese. Ancorotti: al lavoro col governo per cambiarla. Emendamento di Salini alla direttiva

Dario Dolci

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redazione@laprovinciacr.it

28 Aprile 2025 - 05:05

Cosmesi: «Noi a Roma e Bruxelles per difendere il settore»

Renato Ancorotti e Massimiliano Salini

CREMA - Interlocuzioni a Roma, con il Governo e a Bruxelles, con la commissione europea, per difendere la cosmesi dalla nuova direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue. «Così come è stata pensata e scritta, questa disposizione rischia di mettere in crisi il settore della cosmesi. Per questo motivo, abbiamo già mosso i primi passi per arrivare a ottenere delle modifiche». Ad affermarlo è Renato Ancorotti, imprenditore e fondatore della Ancorotti Cosmetics, già presidente di Cosmetica Italia, nonché senatore eletto per Fratelli d’Italia.

«Siamo già stati ricevuti da due ministri per porre alla loro attenzione l’argomento e stiamo lavorando affinché l’Unione europea ragioni sulla normativa che ha emanato». Ancorotti spiega cosa gli imprenditori del suo settore criticano della direttiva: «È una norma fatta male e scritta peggio, che non ha ragione d’essere. Il solo fatto che le aziende abbiano delle formule chimiche significa che inquinano: non può essere così. Il primo punto di contestazione è che la normativa si rivolge solo a due settori: quello farmaceutico e quello cosmetico».

Se entrasse in vigore entro il 31 dicembre 2027, come è stato previsto, creerebbe parecchi problemi alle aziende. «A livello nazionale — precisa — servirebbe un investimento di 270 milioni di euro per mettersi in regola con la normativa; ovviamente soldi che sarebbero a carico delle aziende, piccole o grandi che siano». La Lombardia è il centro dell’industria cosmetica italiana, con oltre il 48% delle imprese del settore e il 70% del fatturato nazionale. La maggior parte delle aziende lombarde è concentrata nel distretto cremasco: almeno un centinaio. La filiera, destinata a diventare Cluster, rappresenta un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, un motore economico che contribuisce alla competitività del Made in Italy. Made in Italy che, è bene ricordare, costituisce il terzo brand al mondo per notorietà.


La direttiva — come detto — riguarda sia le imprese produttrici di cosmetici, sia quelle legate al settore chimico. «Ci sono già state delle proposte di emendamento — spiega l’imprenditore cremasco — tra cui una presentata da Forza Italia con l’europarlamentare Massimiliano Salini e altri suoi due colleghi. Speriamo vivamente che si possano trovare una mediazione e una soluzione. Me lo auguro, quantomeno. Aspettiamo di vedere cosa si riuscirà a sistemare». In assenza di correttivi, le aziende della cosmesi potrebbero ricevere un duro colpo. «Sicuramente la direttiva non aiuta — conclude Ancorotti — se qualche realtà è già in crisi rischia di darle la mazzata finale».

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