L'ANALISI
26 Aprile 2025 - 08:49
CREMA - Le nutrie non battono in ritirata, «sebbene nella zona della Gronda nord e lungo la strada dei Mosi — assicura l’assessore Franco Bordo — gli interventi abbiano ridimensionato il problema. Certo, si tratta di un’attività di contenimento e non risolutiva». Come dire, l’amministrazione fa quello che può, ma i roditori sono ormai ospiti fissi. Nonostante l’impiego delle apposite squadre di cacciatori, ossia la campagna varata ormai tre inverni fa a Crema, abbia ormai portato a quota 13.500 gli esemplari eliminati.
E giusto in considerazione della diffusione dei roditori, le doppiette — rivela lo stesso titolare della delega all’Ambiente — non verranno chiuse negli armadi blindati con i primi caldi, come invece ipotizzato nei mesi scorsi. «A maggio — anticipa l’ex deputato di Sel entrato nella squadra di governo della città — saranno eseguiti ancora due o tre interventi corposi, per il contenimento». E a tornare in azione sarà una decina, dei 17 autorizzati a sparare alle nutrie che, scavando tane lungo le rive dei canali irrigui, ne compromettono la stabilità. Insomma, un vero e proprio flagello per l’agricoltura.
Ma anche ormai una questione igienica, considerato che, non di rado, persino grossi esemplari si spingono fino ai giardini di casa. Soprattutto nei quartieri attraversati dal colatore Cresmiero, l’habitat preferito a giudicare almeno dagli avvistamenti. I cacciatori-volontari ‘ingaggiati’ dal Comune, con all’attivo una specifica formazione, hanno nel frattempo raggiunto la soglia dei cinquemila abbattimenti dal dicembre scorso. Un bilancio non da poco, in rapporto alla media delle battute: due la settimana, condizioni meteo permettendo. Nel frattempo, le gabbie messe a disposizione della provincia, per le catture sul territorio cremasco, sono già una ventina.
Ma al palazzo affacciato su piazza Duomo, valutata la minor efficacia del sistema di «contenimento» rispetto ai pallini, si è optato per il «rallentamento e non la sospensione assoluta» degli spari, durante l’estate. «Rallentamento», chiaramente, dettato da ragioni di sicurezza, in coincidenza con il clou del lavoro nei campi. Ma anche considerata la vegetazione stagionale che, inevitabilmente, renderà il compito degli specialisti del grilletto ben più complesso. «Nei mesi successivi, l’attività non verrà comunque interrotta del tutto», precisa pertanto Bordo. Meno uscite con i fucili in spalla, quindi, per «evidenti motivi». Ma non un vero e proprio arrivederci alla prossime nebbie.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris