L'ANALISI
26 Marzo 2025 - 09:37
CREMA - Dodicimila esemplari abbattuti in poco meno di un anno e mezzo. È considerato che tra maggio e la fine di novembre le doppiette restano negli armadi blindati, per non mettere a rischio chi lavora nei campi, i numeri danno le dimensioni del fenomeno a Crema. Sono state quattromila, solo nel territorio comunale cittadino, le nutrie eliminate negli ultimi quattro mesi dalla squadra di cacciatori, messa in campo dall’amministrazione comunale con il placet di quella provinciale. Ma ciò nonostante, l’assessore all’Ambiente, Franco Bordo (nella foto sotto), ammette come il problema sia ben lontano dall’essere risolto: «Si tratta di una presenza difficile da contenere».
Tanto che imbattersi nei grossi roditori, le cui tane erodono le sponde dei corsi d’acqua, è tutt’altro che infrequente anche non lontano dalle abitazioni, soprattutto dove scorre il colatore Cresmiero. «Il grosso dei danni li provocano all’agricoltura — sottolinea Bordo — ma la questione è anche igienica». Per contrastare il moltiplicarsi degli esemplari, il Comune fornisce le cartucce alla squadra di quindici volontari che, nelle zone identificate come sicure per premere il grilletto, almeno due volte la settimana entra in azione, prevalentemente nelle prime ore del mattino. Con particolare attenzione ai dintorni della Gronda nord, dove la popolazione di roditori è più marcata.
Ed è sempre l’amministrazione cittadina «a farsi carico delle spese di raccolta delle carcasse — entra nel dettaglio il titolare della delega all’Ecologia della giunta di Fabio Bergamaschi — mentre l’amministrazione provinciale si occupa dello smaltimento». «Servirebbe un coordinamento tra i Comuni nella campagna di contenimento — va dritto al punto Bordo —: è chiaro che gli esemplari si muovono e ovviamente superano i confini dei vari centri». Vero è che anche il tema delle spese per far fronte al fenomeno è tutt’altro che irrilevante, per i Comuni di dimensioni più contenute. Ancora un mese di attività e i fucili verranno comunque riposti nelle rastrelliere, lasciando spazio alle gabbie per la cattura: una tecnica molto meno efficace, sebbene la sola che possa essere adottata in sicurezza durante la bella stagione.
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