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25 APRILE

«Orgogliosamente antifascista»: la piazza applaude compatta le parole del presidente Mariani

Folla al corteo per l’80º della Liberazione. Emozione, silenzi e Bella Ciao suonata dalla Banda Città di Cremona

Fulvio Stumpo

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redazione@laprovinciacr.it

25 Aprile 2025 - 13:13

«Orgogliosamente antifascista»: la piazza applaude compatta le parole del presidente Mariani

CREMONA - Per gli 80 anni della Liberazione dal nazifascismo una piazza del Comune stracolma come non si vedeva da tempo, pur con bandiere diverse e idee differenti sulla pace e il riarmo, sensibilità cattoliche e laiche, concordi però sui valori che sono alla base della nostra democrazia e sull'antifascismo. Una piazza che lo ha sottolineato con un'ovazione e applausi quando il presidente della Provincia Roberto Mariani ha detto «che in alcune circostanze non bisogna essere per forza moderati, il 25 Aprile è una di queste: io mi dichiaro, di fronte a questa piazza, orgogliosamente antifascista».

Una manifestazione tranquilla, per lunghi tratti silenziosa, scandita solo dalle note della Banda Città di Cremona che ha aperto il corteo suonando Bella Ciao, cantata dalle centinaia e centinaia di partecipanti, con tantissimi giovani al seguito. Il corteo si è snodato da Porta Milano fino a Piazza del Comune tra due ali di folla, con il gonfalone municipale e la giunta al completo. Poi sul palco i massimi rappresentati delle autorità cittadine, Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco e Polizia locale, con in testa il prefetto di Cremona Antonio Giannelli, il sindaco Andrea Virgilio, il presidente del Consiglio Comunale Luciano Pizzetti, il presidente della Provincia Mariani. Con loro Franco Verdi per i partigiani cattolici, Tiziano Zanisi per la Divisione Acqui e Giancarlo Corada, presidente dell'Anpi.

Gli interventi sono stati aperti da due giovani studentesse Margherita Appiani del Liceo Manin ed Evelin Hoxara Shytaj dell'Istituto Ghisleri. Due interventi appassionati, che hanno toccato i temi della libertà «che se non è difesa non è eterna, e oggi vuol dire lotta alla guerra, alle diseguaglianze alla violenza sulle donne, una nuova Resistenza insomma, alle quale noi giovani siamo chiamati a dare il nostro contributo, perché i partigiani non erano eroi mitici, ma giovani come noi» hanno detto.

Mariani ha iniziato il suo intervento parlando di 'sobrietà' e a tal proposito ha raccontato la storia del vescovo di Cremona Enrico Assi e Carlo Manziana vescovo di Crema, che hanno pagato il loro antifascismo. Mariani ha anche ricordato papa Francesco e le sue posizione sulla libertà e la vicinanza agli ultimi e ha sottolineato come i Viaggi della Memoria sono un «investimento sulle giovani generazioni che non devono dimenticare, per questo mi appello alla scuola e all'insegnamento della storia, pace e democrazia non sono scontate».

Corada ha iniziato il suo intervento spiegando che «per il 25 Aprile non si è mai ballato lo abbiamo sempre celebrato con sobrietà, oggi con un velo di tristezza per la morte di papa Francesco, di cui condividiamo tante sue posizioni, dalla guerra in Ucraina a Gaza e non al riarmo. Ma oggi celebriamo la Liberazione, quella che qualcuno vorrebbe ribattezzare la festa della Libertà, no e no - ha continuato Corada - il 25 Aprile è la liberazione dal nazifascismo». Il presidente Anpi ha concluso con un appello ai giovani e un 'viva l'Italia democratica'.

Ha chiuso gli interventi il sindaco Virgilio leggendo la lettera di un giovane partigiano che al ritorno dalla Resistenza chiedeva un bacio alla sua Franca: «Quel bacio Giuseppe non lo avrà, Giuseppe verrà catturato e poi ucciso - ha raccontato Virgilio -. E quello che sorprende è che nelle lettere dei condannati a morte della Resistenza colpisce sempre la voglia di futuro. Non ci sono parole d’odio, c’è desiderio di vita, di cambiamento, di normalità. E queste parole non venivano da uomini maturi, da padri anagrafici, ma da giovanissimi. Sfogliando le pagine della nostra memoria, soprattutto quando ripercorriamo la guerra di Liberazione, si ha oggi la sensazione che tutto venga ridotto a un indistinto, a una melassa, a una sequenza sbiadita di eventi lontani. C’è la tendenza a mettere tutto sullo stesso piano, il torto e la ragione, e così la riappacificazione nazionale diventa il compiangere i morti tutti, perché giovani, perché con un ideale. E invece no, occorre discernere, occorre distinguere le biografie di chi ha lottato per la libertà e quelle di chi ha sostenuto il nazifascismo».

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Commenti all'articolo

  • giorgio.filippi405

    25 Aprile 2025 - 18:25

    Orgogliosamente anticomunista...

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  • fatacco_cr

    25 Aprile 2025 - 14:39

    Bella ciao cantata da tutti e perché non il nostro inno suonato a inizio manifestazione?

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