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CASALMAGGIORE

Raid vandalico alla sede della Casalese: vetro rotto e porta scardinata

Ennesimo episodio di danneggiamenti alla struttura. Il direttore Damiani Tizzi: «Siamo stanchi. C’è un limite anche alla pazienza»

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

23 Aprile 2025 - 15:05

Raid vandalico alla sede della Casalese: vetro rotto e porta scardinata

CASALMAGGIORE - Brutta sorpresa per l’Unione Calcio Casalese, che al ritorno dalla pausa pasquale ha preso atto di aver subito dei vandalismi. Un vetro rotto, una porta scardinata, l’ennesimo atto contro una struttura sportiva che da anni cerca di restare in piedi con fatica e tanta dedizione. A raccontarlo è Damiano Tizzi, direttore generale della società, che non nasconde il suo sconforto: «Siamo stanchi. C’è un limite anche alla pazienza».

Secondo Tizzi, la situazione è degenerata da tempo. Ragazzi – molti dei quali entrano abusivamente da recinzioni e accessi laterali – utilizzano il campo sintetico senza alcuna autorizzazione. Nonostante i cancelli siano chiusi, trovano il modo di scavalcare, eludere, forzare. E poi non si fermano lì. «Scavalcano da scuola o dal nostro lato. Vanno a giocare e poi fanno casino. Hanno tirato talmente forte una porta degli spogliatoi da scardinarla. E quando non ci riescono, spaccano qualcos’altro».


Il racconto è dettagliato, amaro. «Abbiamo trovato un pallet sfondato dentro l’oblò del bagno, dove c’era un lavandino. Lo hanno usato per rompere un oblò di vetro nella zona spogliatoi». E non è la prima volta. In passato sono stati rubati anche contanti - 180 euro - dalla cassetta della posta, dove i tesserati del calcetto lasciavano le quote a fine partita. «Abbiamo anche le telecamere, ma chi entra per fare danni è ben coperto. Passamontagna, cappucci. Non li riconosci».


Le conseguenze non sono solo economiche. Sono psicologiche, logistiche, morali. «Non è solo dover trovare qualcuno che sistemi un vetro o una porta – spiega Tizzi – ma doverlo fare togliendo tempo al lavoro, alla famiglia, al poco tempo libero che ci resta». La frustrazione cresce anche per il fatto che il centro sportivo, di proprietà del Comune e gestito in concessione dalla società, è mantenuto con risorse e volontà proprie. «Noi lo facciamo per il bene del paese. Ma a volte davvero ci passa la voglia. Il rispetto non è più un valore condiviso. Tutti pretendono, nessuno si assume la responsabilità di mantenere».

L’episodio è stato segnalato al Comune, che sta valutando se la polizza assicurativa copra i danni agli immobili. «Abbiamo sentito l’ufficio patrimonio». C’è un senso di abbandono nelle parole di Tizzi, ma anche la ferma volontà di non mollare. «Andiamo avanti finché non perdiamo del tutto la pazienza. Ma è sempre più dura». Una storia, questa, che racconta molto più di un vetro rotto. Racconta la fatica di chi costruisce e la leggerezza incivile di chi distrugge.

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Commenti all'articolo

  • concittadino

    23 Aprile 2025 - 16:23

    Questi giovani in giro alle 2. alle 3, alle 4 di notte, non sono altro che degli sbandati con la m-----a nel cervello. E piu' sbandati di loro, sono i gentitori che li hanno messi al mondo. Altro che effetti postumi della pandemia da COVID!

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