L'ANALISI
23 Aprile 2025 - 05:15
CREMONA - A spiccare è l’insegna della bottega in largo Boccaccino: ‘Valerio Ferron Violinaio’. Violinaio, invece di liutaio, non solo un vezzo linguistico, ma anche un modo per distinguersi: «Il violinaio di Cremona è una composizione di Giovanni Giannetti, musicista partenopeo, andata in scena nel 1897 al Ponchielli, mi pareva un bel modo per trovare a casa qui a Cremona e iniziare la mia attività. E poi liutaio è un francesismo», racconta Valerio Ferron, 37 anni, milanese, balzato agli onori delle cronaca per un video in cui lavora a un violoncello, video che ha ottenuto oltre 4 milioni di visualizzazioni.
«Il video mi ha fatto fare il boom, realizzato quasi per gioco qualche anno fa da mia moglie Alexandra che oggi cura la mia immagine e i social — racconta —. Ciò è bastato per fare il salto, ovviamente sorretto dalla volontà di dare vita a violini, viole e violoncelli, interamente fatti a mano, senza alcun apporto di tecnologia e macchine. Oggi rispetto a nove anni fa l’incidenza dei social è nettamente diminuita, anche se rimangono un veicolo di comunicazione e promozione importanti».
Quell’exploit ha permesso a Ferron di fare il salto: «Ho avuto una visibilità importante in tempi i cui i liutai non pensavano ancora di utilizzare le piattaforme social — racconta —. Oggi la cosa si è fatta più complessa e in balia di algoritmi che permettono di vedere quello che fai al di là della tua volontà. Il rapporto diretto è importante, su questo mi sto concentrando. Lavoro soprattutto con musicisti e collezionisti, più raramente con commercianti. È una scelta, questa, dovuta anche alla mia produzione annua che non supera i cinque strumenti».
Il violinaio Ferron ha deciso di fermarsi a Cremona, ma guarda al mondo: «L’ultimo violino venduto a un musicista italiano risale al 2018, la mia clientela è tutta straniera, spazio dagli Stati Uniti al Giappone — spiega —. In questo la comunicazione online è importante, ma deve essere supportata da un contatto poi reale e concreto che aiuta a finalizzare anche la vendita e la conoscenza reciproca di liutaio e musicista. È questo il punto centrale nel mio mestiere di violinaio». Fra i suoi clienti c’è stato il virtuoso Ivry Gitlis, a lui e alla sua arte liutaria si è affidato il giovane violinista Raistlin Chan, un talento dell’archetto che dall’Australia ha scelto gli strumenti di Ferron.
«Mi piace coltivare il legame con i musicisti, professionisti e non — spiega —. Amo fare copie di strumenti settecenteschi di scuola cremonese, ovviamente ogni copia è un unicum. Realizzare copie è come entrare nel mondo di Stradivari, Guarneri e Amati, ma senza rinunciare alla propria personalità». La passione per la liuteria scoppia improvvisa racconta Ferron: «Sono perito meccanico, ma preso il diploma mi sono reso conto che non era la mia strada. Suono il violino e mi ha sempre affascinato la liuteria, così mi sono iscritto a Cremona, la scuola di liuteria è stata la mia università. E ora sono qui».
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