L'ANALISI
18 Aprile 2025 - 23:01
CREMONA - Dopo l’azione liturgica della Passione e morte del Signore celebrata nel pomeriggio in Cattedrale dal vescovo Antonio Napolioni, la tregua meteorologica ha consentito lo svolgimento della tradizionale processione cittadina con la reliquia della Sacra Spina, che, con la partecipazione di autorità (tra cui il sindaco Andrea Virgilio), clero e numerosi fedeli, si è snodata in centro. Ha accompagnato il percorso di preghiera e la celebrazione il coro della Cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi.
Al ritorno in Duomo (dove era presente anche l'emerito Dante Lafranconi) il vescovo ha tenuto l’omelia esprimendo gioia per la «bellezza di questa serata e la partecipazione di fede», ricordando che siamo «fatti di terra, in questo granello di polvere che è il pianeta» e che Gesù ha condiviso «questa nostra misera carne sconfitta...e uccisa».
Ai nostri «meno» il Signore regala un «più», scendendo e sollevandoci. In un mondo ferito da guerre e contrapposizioni fra estremismi, di destra e di sinistra, fra Oriente e Occidente – un segno positivo giunge però, quest’anno, dal celebrare insieme la Pasqua «con la voglia di più umanità» — ha esortato i cristiani ad essere anch’essi a loro modo «estremisti» ma dell’alto e del basso.
Dell’alto, cioè «alzando gli occhi» al cielo che è uno, senza confini, del basso «nel prendere per mano chi non ce la fa» imparando da Cristo a diventare «miti e umili di cuore». Dopo un’intensa preghiera personale a voce alta, conclusa da un ripetuto «grazie» al Crocifisso, monsignor Napolioni ha impartito la benedizione con la Sacra Spina che fu donata alla Cattedrale dal papa cremonese Gregorio XIV.
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